DDL SICUREZZA. DOMANI FORSE SI DECIDE PER LA FIDUCIA. NUOVA PROTESTA IL 6 MAGGIO.

04 Mag 2009

   Dopo il licenziamento definitivo delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, la settimana scorsa è iniziata a Montecitorio la discussione sul ddl sicurezza, che potrebbe essere posto al voto entro questa settimana. Domani si deciderà se porre la fiducia sul provvedimento, come vorrebbe il ministro Maroni, il quale teme nuovi agguati dall’interno della maggioranza. Il dissenso sul disegno di legge, infatti, è forte all’interno del Pdl, come ha evidenziato di recente la rivolta dei “101”. “La minaccia di porre la fiducia sul ddl sicurezza”, ha commentato nei giorni scorsi il capogruppo del Pd in Commissione Giustizia Donatella Ferrante, “è una prova di debolezza di governo e maggioranza: evidentemente il Pdl deve soffocare il dissenso interno su un provvedimento indigeribile anche per molti della destra”.
   Il testo licenziato dalle Commissioni ha soppresso l’eliminazione della norma sui “medici spia” e ha reintrodotto le ronde e il prolungamento da due a sei mesi del tempo di permanenza nei Cie.
   Inoltre, il testo prevede il reato di ingresso e soggiorno illegale, punito con una multa da 5 a 10.000 euro e l’espulsione (con l’introduzione del reato di clandestinità i medici sarebbero comunque costretti a segnalare gli irregolari); introduce l’obbligo di esibizione del permesso di soggiorno per sposarsi e per gli atti di stato civile, e per i money transfer quello di fotocopiarlo e di segnalare alla polizia chi ne è sprovvisto; alza da sei mesi a due anni il termine dopo il quale si può chiedere la cittadinanza per matrimonio (i tempi sono dimezzati in presenza di figli nati o adottati dalla coppia); introduce il superamento di un test di italiano per chi chiede la carta di soggiorno; crea il permesso a punti, che obbliga i cittadini stranieri a sottoscrivere un “accordo di integrazione” con un punteggio che crescerà o diminuirà in base al loro comportamento: chi esaurisce i punti perde il permesso e viene espulso; subordina l’iscrizione all’anagrafe alla verifica dell’idoneità dell’alloggio da parte del Comune; prevede un contributo di 200 euro per la richiesta della cittadinanza e di uno per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno che andrà da un minimo di 80 a un massimo di 200 euro.
   Le organizzazioni che si battono contro il ddl sicurezza protesteranno ancora una volta il 6 maggio.

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