07 Dic 2011
Diyarbakir (Kurdistan turco), 6 dicembre 2011
Un processo ormai simbolo contro la lingua di un popolo. L’intera area della città, intorno al tribunale e al municipio di Diyarbakir è letteralmente in stato d’assedio e filtrata con straordinarie misure di controllo.
Entriamo, grazie alla folta presenza di giornalisti e avvocati della AED, l’associazione degli avvocati europei.
Il processo che si celebra qui innanzi alla Corte è contro 151 imputati – che in maggioranza attendono in stato di detenzione – e ha ormai assunto un grande carico simbolico, interno ed internazionale, attorno alle accuse.
I 151 imputati sono sindaci, amministratori eletti, sindacalisti, giovani e donne.
Stamattina, all’inizio dell’udienza, è stato presentato il documento di solidarietà ai Sindaci che la nostra delegazione ha trasmesso – a nome della Lega per le Autonomie dell’Emilia-Romagna – al collegio degli avvocati della difesa, tradotto nelle due lingue, quella turca e quella kurda.
Il messaggio di solidarietà dei sindaci emiliani della lega delle Autonomie sarà allegato agli atti del dibattimento, quale espressione del sostegno internazionale ed europeo, al diritto del cittadino turco e di entità nazionale kurda, di esprimersi e scrivere con la sua lingua o con entrambe se si tratta di atti ufficiali, senza rischiare la prigione. Di questo devono rispondere i tanti amministratori kurdi che compongono la maggioranza dei 151 imputati.
Il tribunale sapeva bene della nostra presenza e del respingimento alla frontiera dell’avvocato Arturo Salerni del Foro di Roma. Tant’è che il presidente vi ha fatto riferimento in ben due occasioni nel corso del duro dibattimento con gli avvocati della difesa.
Forse, proprio per questo “imbarazzo” la Corte ha stranamente deciso di tener fuori dall’aula del processo, tutti i sindaci e gli amministratori sotto accusa.
Questa singolare decisione della Corte di tener fuori la maggior parte degli imputati – nota da un paio di giorni – ha ispirato una risposta a sua volta forte e significativa da parte della difesa.
Stamattina, di fianco ai 151 posti pressoché vuoti degli imputati, si sono presentati ben 151 avvocati per la difesa !
La procedura penale turca lo consente.
Questa presenza clamorosa degli avvocati è senza precedenti, ed è stata assunta anche per protestare con molto durezza, contro le decine e decine di arresti di avvocati, avvenuti nei giorni scorsi, proprio allo scopo evidente di scoraggiare il loro impegno in processi dal profilo “politico”.
Franco Zavatti Cgil Modena,
delegazione italiana al processo a Diyarbakir contro sindaci e amministratori kurdi accusati di “propaganda a favore di organizzazioni violente”.
Modena, 5 dicembre 2011
DELEGAZIONE MODENESE IN KURDISTAN PER ASSISTERE AL PROCESSO CONTRO NUMEROSI SINDACI ED AVVOCATI. E PER PORTARE AIUTO NELLA CITTÀ DI VAN DEVASTATA DAL TERREMOTO
Lo scorso martedì, è stato ricevuto a Roma ed ascoltato dalla Commissione Esteri della Camera dei Deputati – Comitato per i Diritti Umani – il deputato Kurkcu eletto al Parlamento turco nella città di Mardin, regione kurda della Turchia sudorientale.
Nel corso della audizione a Montecitorio e poi in un incontro con rappresentanti di ONG per la cooperazione internazionale, il parlamentare kurdo ha riassunto il quadro drammatico della convivenza civile e democratica nel territorio del Kurdistan turco.
1.548 persone arrestate nel corso degli ultimi sei mesi,oltre 4.150 poste sotto “custodia cautelare per ragioni di polizia”.
Una durissima repressione la cui ampiezza non può essere giustificata dalla ripresa degli scontri militari sulle montagne ad est del Paese,al di qua e al di là del confine con l’Iraq.
Due Presidenti e quattro Vicepresidenti di Consigli Provinciali, sono tuttora detenuti ed in attesa di processo.
Ventinove membri eletti nei Consigli Comunali.
Undici Sindaci eletti, due ex Sindaci, due Vicesindaci ed otto Capigabinetto di Comuni kurdi.
Si riapre perciò un’ulteriore ondata di processi contro rappresentanti politici eletti, ex Parlamentari e sindacalisti.
Tanti sindaci, studenti e membri di associazioni civili delle donne e della gioventù kurda, in attesa di una quasi certa condanna.
Il maxiprocesso si aprirà martedi 6 dicembre, davanti alla Corte di Diyarbakir, capitale “virtuale” del Kurdistan Turco, ove pende una richiesta di 750 anni di prigione per 72 di questi Sindaci ed Amministratori eletti, arrestati con l’accusa pesante quanto generica, di “propaganda a favore di organizzazioni violente”.
L’aspetto più sconvolgente e del tutto nuovo di questa fase di dura repressione avviata dal governo turco, consiste nell’aver imprigionato ben 51 avvocati, allo scopo evidente di intimidire ed ostacolare la regolare difesa nei processi dei prigionieri politici kurdi, aggiungendo così un’ulteriore e clamorosa violazione di Trattati e Convenzioni Internazionali sul libero “diritto alla difesa” nei processi.
Così come in precedenti occasioni, alla prima udienza del processo parteciperà una folta delegazione europea, comprendente una qualificata rappresentanza di AED ed ELDH: la Federazione degli Avvocati Europei e l’Associazione degli Avvocati Europei Democratici.
Sarà un’ulteriore dimostrazione di solidarietà e sostegno dall’Europa per il civile riconoscimento dei diritti elementari di cittadinanza ad una “minoranza” kurda che in Turchia rappresenta 20 milioni di cittadini.
Della rappresentanza italiana faranno parte anche tre modenesi: Franco Zavatti della Cgil, Mauro Cavani di Nexus regionale ed Aldina Varroni dello Spi/Cgil.
Tra l’altro, saranno portatori di un messaggio di forte solidarietà ai sindaci ed amministratori sotto processo, espresso dalla Lega per le Autonomie Locali dell’Emilia Romagna, sottoscritto dal Presidente regionale Enrico Campedelli, sindaco di Carpi (in allegato).
La delegazione si recherà inoltre nella città di Van, verso il confine iraniano, duramente colpita dal terremoto del mese scorso che ha devastato un’ampia regione del Kurdistan turco.
Incontreremo il Sindaco di Van, anch’egli già processato lo scorso anno, e l’Associazione delle “Donne Kurde” alla quale saranno direttamente consegnati i fondi raccolti dalla CGIL modenese, per sottoscrivere dodici “adozioni a distanza” per altrettanti bambini di famiglie doppiamente e duramente colpite: con un genitore nelle carceri e la casa devastata dal terremoto.
Franco Zavatti, Cgil Modena
prot 66_messaggio di solidarietà amministratori kurdi
VERGOGNOSA DECISIONE DEL GOVERNO TURCO: FERMATO E TRATTENUTO ALL’AEROPORTO INTERNAZIONALE DI ISTANBUL AVVOCATO ITALIANO.
La delegazione italiana composta da 37 tra avvocati, amministratori, giornalisti, persone impegnate nella società civile, diretta a Diyarbakir per partecipare in qualità di osservatori internazionali al processo KCK e incontrare le associazioni umanitarie, è stata fermata alla frontiera.
Le autorità di frontiera dell’Aeroporto Ataturk, hanno fermato e trattenuto l’Avvocato Arturo Salerni di Roma senza alcuna motivazione In questo momento è in attesa di essere rimpatriato in quanto “ospite indesiderato” in Turchia.. L’avvocato , famoso in Italia per il suo impegno per i diritti civili, fu componente del Collegio di difesa di Abdullah Ocalan durante la sua permanenza in Italia. A nulla sono valse le sue proteste e degli altri avvocati presenti nella delegazione. Né il consolato italiano di Istanbul, al quale era stata inviata la lista dei partecipanti alla delegazione ,è stato reso edotto di questa illegittima decisione.
“E vergognoso che un Paese come la Turchia, che aspira ad entrare in Europa, dimostri una cosi scarsa attenzione ai diritti civili”, ha dichiarato Antonio Olivieri, della Rete italiana di solidarietà, e portavoce della delegazione. Comunque tutti i partecipanti al viaggio saranno presenti e attenti al processo di Diyarbakir perché questo comportamento inqualificabile del governo turco non fermerà il programma prestabilito.
Istanbul 5 dicembre 2011 Antonio Olivieri