28 Feb 2011
DIRETTIVA RIMPATRI: RAPIDAMENTE IL PUNTO
Volentieri rispondiamo alle richieste pervenuteci di chiarimenti sulla direttiva rimpatri.
Pur non avendo provveduto al recepimento (il termine ultimo per farlo era il 24 dicembre 2010), è comunque valida anche in Italia la direttiva rimpatri n. 2008/115/CE, riguardante le norme e le procedure comuni applicabili agli Stati membri per il rimpatrio di cittadini non comunitari in caso di soggiorno irregolare. Detta da molti direttiva della vergogna per la presenza di norme discutibili,
come ad esempio la possibilità di detenzione amministrativa fino a 18 mesi per gli stranieri irregolari, paradossalmente nel nostro Paese introduce aspetti migliorativi rispetto alle norme del testo unico sull’immigrazione, soprattutto in tema di espulsioni. A differenza di quanto prevedono le norme italiane, privilegia la partenza volontaria dello straniero e solo come ultima soluzione prevede il trattenimento; inoltre impone all’intervento dell’amministrazione una certa gradualità.
Il mancato recepimento della direttiva non è una dimenticanza. Il Governo prende tempo per capire come sottrarsi ad obblighi che disapplicano le norme nazionali. Non possono invece aspettare i giudici, che sono tenuti ad applicare il diritto comunitario: ed è infatti un succedersi di pronunce che fanno prevalere le norme europee su quelle nazionali.