27 Set 2024 accomodamento ragionevole, disabilità, disabilità e lavoro, fattori psicosociali, lavoro agile, malattia cronica, persone fragili, protocollo nazionale lavoro agile, rischio lavoro agile, salute sicurezza, smart working, telelavoro,
Prima ancora che arrivasse l’emergenza pandemica da Covid-19 il lavoro agile era già stato rappresentato come uno strumento di accomodamento ragionevole, ex art. 3, comma 3 bis, del d.lgs. n. 216/2003 (attuazione della direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro). Ed era entrato a pieno titolo “tra le soluzioni strumentali atte a dipanare il complesso bilanciamento tra l’insindacabilità delle scelte imprenditoriali e la tutela dei lavoratori con disabilità”. Una intuizione poi colta, durante la pandemia, “dal PNRR che ha previsto l’adozione di ‘soluzioni di smart working’ per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità”.
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