“LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DI UNINDUSTRIA DI FORLI'-CESENA SUL CASO DOMETIC”

27 Ago 2013 presidio,

Bologna, 27 Agosto 2013

Apprendo con stupore, ma anche con rammarico e non solo, la dichiarazione che lei avrebbe rilasciato alla stampa locale in merito al caso Dometic, cioè che “l’azienda può andare dove vuole”.

Balza agli occhi l’immediata assonanza con le dichiarazioni di Pedroni (“padrone” della Fimer di Formigine), che mentre l’azienda era chiusa per ferie ha trasferito gli impianti in Polonia, dichiarando che “in casa sua lui fa quello che vuole”.

“Caro” Presidente Torri se questo è il modello di sviluppo che Unindustria di Forlì-Cesena, unitamente ad una parte di “imprenditori”, pensa di proporre al territorio ed al paese deve sapere che si sta rendendo responsabile di un conflitto sociale i cui effetti non sono prevedibili.

Invece di isolare questi fatti, a dir poco indecenti e lesivi di un paese che si definisce civile, lei li giustifica ed addirittura si spinge poi ad esprimere ipocrita solidarietà a chi perde il lavoro.

L’arroganza del suo atteggiamento, che pare trovi adepti come nei casi Fimer e Hydronic Lift, palesa l’assoluta mancanza di responsabilità etica e sociale nei confronti del territorio e dei cittadini che lo abitano.

Schiacciare sotto i piedi la dignità che è propria del lavoro è insopportabile.

Lei ignora i contenuti del Patto per attraversare la crisi e del Patto per la Crescita, sottoscritti da tutte le associazioni (compresa la sua) e da tutte le istituzioni di questa Regione, con i quali si bandivano e si osteggiavano comportamenti come quelli della Dometic: e chi ignora lo si può definire in un solo modo.

Antonio Mattioli

Responsabile Politiche contrattuali

Segreteria Cgil Emilia Romagna

Bologna, 26 Agosto 2013

“DOPO LA FIREM DI FORMIGINE ANCHE LA DOMETIC ITALY DI FORLI’ CERCA DI “SCAPPARE” DALL’ITALIA, SMONTANDO DI NASCOSTO I MACCHINARI, LASCIANDO PER STRADA 80 LAVORATORI”

Non è possibile che nella nostra Regione e nel nostro paese i lavoratori e le lavoratrici finiscano la loro giornata di lavoro, o inizino il loro periodo di ferie, con il rischio che la mattina dopo, o alla ripresa, non ci sia più la fabbrica.

Questo è quanto è accaduto alla Firem e quanto stava accadendo alla Dometic di Forlì, azienda di 80 dipendenti dei quali la maggior parte operanti nella sede di Forlì (7 lavorano in Piemonte e 10 in provincia di Bologna).

La Dometic è un’azienda che produce condizionatori per camper, economicamente stabile, il cui Amministratore delegato ha pensato bene, insieme ad una decina di soggetti non dipendenti, di tentare di smontare gli impianti nella notte di Venerdì scorso per trasferirli in Cina.

Solo il presidio dei lavoratori ha impedito che il tentativo della Dometic andasse a buon fine.

E’ indecente, inaccettabile, che il lavoro continui ad essere trattato in questo modo e che queste azioni possano restare impunite.

Per qualcuno forse questo rappresenta il nuovo modello di sviluppo (scappo,guadagno, metto in ginocchio centinaia di famiglie e faccio quello che voglio senza assumermi nessuna responsabilità etica e sociale), ma il resto del territorio, del paese, non può stare alla finestra a guardare: dalle associazioni d’impresa alle istituzioni.

La Dometic deve restare a produrre a Forlì, garantire i livelli occupazionali, spiegare al territorio le ragioni di questo atto irresponsabile

Quanto sta accadendo mette a rischio, soprattutto in questa situazione di crisi, la tenuta sociale, alimentando una tensione i cui effetti sono imprevedibili.

Per queste ragioni vanno isolati, da tutta la rappresentanza sociale e istituzionale, questi soggetti e vanno immediatamente prese iniziative atte ad impedire il saccheggio del nostro territorio.

Il lavoro merita rispetto e dignità!

Antonio Mattioli

Responsabile Politiche contrattuali

Segreteria Cgil Emilia Romagna

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