È LEGGE LO “SVUOTACARCERI”. MISURE ANCHE PER I DETENUTI STRANIERI

25 Feb 2014

 

di Mohcine El Arrag

Prima di cadere, il governo Letta ha convertito in legge il cosiddetto “svuotacarceri”, che prevede interventi specifici anche per i detenuti stranieri. Interviene, in particolare, sull’articolo 16 del Testo Unico Immigrazione aumentando i casi in cui ai detenuti stranieri si applica l’espulsione come alternativa al carcere quando devono scontare una pena, anche residua, non superiore ai due anni (sono esclusi i condannati per reati particolarmente gravi). Viene tradotta in legge anche la prassi finora disattesa dell’identificazione in carcere per l’espulsione. Questa misura dovrebbe ridimensionare il problema dei tanti ex detenuti che transitano per i Centri di identificazione ed espulsione che così non solo scontano un ingiusto trattamento di pena, ma sovraffollano i Centri.

Mentre in Parlamento veniva convertito in legge il decreto “svuotacarceri”, la Fondazione Leone Moressa ha analizzato i dati del Ministero della Giustizia sulla situazione dei singoli istituti penitenziari. Su 205 carceri italiane, il 76% ospita più detenuti di quanti potrebbe, mentre molti istituti presentano posti liberi. In molti casi, soprattutto al Nord, i detenuti sono il doppio rispetto alla capienza del carcere.

Al 31 Gennaio 2014 in Italia sono detenute 13.738 persone in più rispetto alla portata degli istituti penitenziari, pari ad un eccesso del 28,8%. La situazione più drammatica in Puglia, con 3.713 detenuti contro una capienza di 2.444. Esclusa la Puglia, fra le prime cinque Regioni ben quattro sono del Nord. Le uniche Regioni che non soffrono di sovraffollamento sono Basilicata, Valle d’Aosta e Sardegna.

Le carceri sovraffollate in Italia sono 156 su 205 (76%). In molti casi i detenuti ospitati sono più del doppio rispetto alla capienza dell’istituto. Guida questa classifica Modena (con 556 detenuti su 221 posti disponibili), seguita da Busto Arsizio (397 su 167) e dal carcere femminile di Pozzuoli (209 detenute su 89 posti). Di contro, molti istituti italiani ospitano un numero di detenuti molto inferiore rispetto alla propria capienza: la più alta percentuale di “posti liberi” si registra a Gorizia (73%), Arezzo (82%) e Crotone (93%).

La tipologia di reato più diffusa è quella contro il patrimonio (24,7%), seguita dai reati per droga (17,7%) e contro la persona (17,4%). Poco più di un reato su quattro (27,9%) è commesso da stranieri: per quanto riguarda l’incidenza degli stranieri sulle tipologie di reato essa è, naturalmente, molto alta per i reati legati alla legge sull’immigrazione (91%). Elevata è anche l’incidenza percentuale per i reati relativi alla prostituzione (78%); il 40% dei detenuti per produzione e spaccio di stupefacenti è costituito da stranieri, incidenza che scende al 31% esaminando i reati contro la persona, al 29% per i reati contro il patrimonio ed al 9% per i reati legati alle armi.

Sui 21 mila detenuti stranieri, le nazionalità più presenti sono Marocco (18,5%), Romania (16,1%) e Albania (13,4%). Le nazionalità con la più alta componente femminile sono Ex-Jugoslavia (13,9%) e Nigeria (11,3%).

Secondo i ricercatori della Fondazione Leone Moressa “i dati del Ministero della Giustizia evidenziano le contraddizioni del nostro sistema carcerario. 3 carceri su 4 sono sovraffollate, mentre in alcuni casi il 90% del penitenziario è libero. Lo “svuotacarceri”, insomma, può essere una soluzione temporanea, ma il problema richiede soluzioni organiche e a lungo termine.”

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