24 Nov 2009
Nel 2008 evasi 5 miliardi a causa del sommerso. Stranieri a rischio con il reato di clandestinità. Pagati meno degli italiani, subiscono più infortuni. Fillea: “Un regalo all’impresa illegale”. Le assunzioni dimezzate nel 2009
di Emanuele Di Nicola
Nei cantieri italiani ci sono 300mila lavoratori in nero, che hanno causato nel 2008 un’evasione fiscale pari a 5 miliardi di euro. Queste le stime del rapporto Fillea Cgil, che viene presentato martedì 24 novembre nell’assemblea nazionale delle costruzioni. I 5 miliardi evasi, secondo il sindacato, si ottengono sommando le posizioni in nero, il lavoro part time, le partite Iva e il fenomeno del sottoinquadramento. E sono “stime prudenziali”: solo nel Lazio si prevedono 95mila irregolari, 16mila parti time, 1,7 miliardi evasi. Ogni settimana nei cantieri 1.962 lavoratori subiscono un infortunio, tra questi 5 muoiono. Dall’inizio del 2009 hanno perso la vita sul lavoro 33 migranti, pari al 22% del totale: 11 rumeni, seguiti da albanesi e marocchini. Lavoro nero in netta ripresa, oltre 300mila “fantasmi” nei cantieri.
Edilizia a rischio soprattutto per gli stranieri, dopo il pacchetto sicurezza. La manodopera straniera, con l’introduzione del reato di clandestinità, oggi è più facilmente ricattabile. Lo sottolinea chiaramente la Fillea: “Si introduce una variabile che produrrà ripercussioni dirompenti su tutti i lavoratori”, dice. E’ un regalo all’impresa illegale: “La malavita si sta insinuando nelle grandi città proprio attraverso l’edilizia – si legge nel testo -, chi rischia di perdere è l’impresa sana, schiacciata dalla concorrenza sleale”.
Si assumono principalmente immigrati, in un sistema di imprese molto fragile: sono 775mila in totale, 1,9 milioni di addetti, in media 2,4 dipendenti per azienda, poche grandi realtà strutturate. Poi “un drastico calo degli investimenti” e un sistema basato sul massimo ribasso: nel 2009 si registra un ribasso medio del 21,68% degli sconti sulle gare di appalto, ribassi che toccano punte del 60% sia a Nord che Sud. Gli stranieri sono meno pagati degli italiani: secondo le stime dell’Ires, i lavoratori non comunitari in Italia percepiscono salari inferiori del 26%. Si riducono anche i risparmi: gli immigrati spediscono mensilmente a casa 155 euro medi, oltre il 10% in meno di un anno fa.
Stranieri, assunzioni dimezzate nel 2009
I lavoratori non italiani nelle costruzioni, secondo l’Istat, sono 320mila nel secondo trimestre di quest’anno. La percentuale è pari al 17% del totale, che arriva al 19% se si considerano solo i dipendenti. Nel 2008 gli occupati nel comparto sono scesi del 4%, ma gli stranieri hanno riportato una crescita occupazionale del 19%. I dati previsionali, però, dicono che le assunzioni di personale immigrato per il 2009 saranno tra un minimo di 10.200 e un massimo di 12.500 lavoratori (tra il 12 e il 15%). E’ quanto si legge nel IV Rapporto Ires-Fillea “I lavoratori stranieri nel settore edile”. In entrambi i casi, spiega la ricerca, “il dato è circa la metà rispetto all’anno precedente”. Tra i nuovi entrati, il 72,4% avrà necessità di formazione, il 34,5% sarà sotto i 29 anni e il 33,1% senza esperienza specifica. I migranti sono usati in attività “maggiormente dequalificate”, secondo il sindacato: nel 2008 il 63% era operaio semplice contro il 31% dei lavoratori italiani.
Le voci dei migranti da tutta Italia
La Fillea nel rapporto ha raccolto storie e testimonianze dei lavoratori da molte parti del paese. Gli stranieri confermano la loro difficoltà a muoversi nel settore. Per esempio Valeriu, ingeniere metallurgico rumeno a Milano, afferma: “Ho cominciato a lavorare nel 2000, in nero. Mi promettevano il permesso di soggiorno, ma era tutto falso. Quando in cantieri c’era un incidente o arrivavano gli ispettori, dovevamo sparire. Scrissi una lettera di dimissioni in bianco e pagai 1.800 euro per essere regolarizzato”. A Lecco sta per aprirsi un “processo per schiavitù”: cinque imprenditori schiavizzavano manovali nei loro cantieri, per lo più magrebini, senza permessi di soggiorno, con turni di 12-16 ore al giorno, con paghe di 2-300 euro al mese. Chi si rivolgeva al sindacato veniva minacciato di morte. E ancora Hassan, magrebino che lavora a La Spezia: “I romeni si lasciano in nero, gli extracomunitari si prendono a lavorare se aprono la partita Iva. Ti dicono anche di andare da certi commercialisti che per 300 euro ti fanno tutti i conti, anche le fatture false. In mezzora puoi andare a lavorare in cantiere”.
Fonte: Rassegna.it, 23.11.2009