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Modena, 12 maggio 2017
A fronte delle notizie a mezzo stampa sulla possibile apertura a Modena di un Centro permanente per il Rimpatrio (CPR) degli immigrati come unico centro a livello regionale, il sindacato di polizia Silp/Cgil ribadisce la propria contrarietà alla riapertura della struttura in città.
Se non ci si può sottrarre a tale necessità, almeno si spera che vengano ben pianificate tutte le condizioni di riapertura e che si renda più agibile tutto il sistema normativo per il rimpatrio.
Ovviamente, i poliziotti modenesi che rappresentiamo, sono profondamente preoccupati per il loro futuro. Ma conosciamo anche la reale esigenza di identificazione e rimpatrio in tempi certi di soggetti pericolosi e non di semplici irregolari.
Il Silp/Cgil ritiene che a Modena l’istituzione di un CPR, visto che a Bologna la struttura è inagibile, sia possibile solo a determinate condizioni, pertanto occorre che il Governo le garantisca, in fase preliminare e non a costituzione avvenuta.
Innanzitutto, il numero degli ospiti deve rimanere quello del vecchio CIE, ovvero la capienza deve attestarsi sui 60 ospiti e non 150, perché la struttura attualmente non sarebbe in grado di collocare adeguatamente un tale numero di ospiti, senza dimenticare che un numero tale di persone potrebbe diventare ingestibile, sotto tutti i punti di vista.
Inoltre, è imprescindibile un rafforzamento dell’organico delle forze di polizia di almeno 70-80 unità in più, unicamente dedicate alla gestione della struttura. Non è pensabile sottrarre risorse da altre funzioni di polizia che sono già utilizzate al limite della sopportazione.
Si fa anche notare che essendo quello di Modena l’unico CPR in Regione, saranno prevedibili contestazioni di gruppi antagonisti e quindi un aggravio di problemi per la gestione della sicurezza pubblica da parte della Questura di Modena.
Si segnala, infine, la necessità di “rivedere” le norme che regolano la struttura e quelle del flusso clandestino, invocando la riduzione dei tempi di permanenza ed il miglioramento delle condizioni di vita dei trattenuti, prevedendo anche soluzioni, per alcuni di essi, di inserimento in contesti lavorativi socialmente utili.
Se alla fine il CPR verrà imposto a Modena, che almeno si lavori affinché le condizioni operative ed organizzative rendano la riapertura meno gravosa per le Forze dell’Ordine e più sicura per i cittadini.
Il Segretario Generale Provinciale
Giuseppe Stanziale
Apertura CPR a Modena, scelta sbagliata. Non servono strutture di detenzione, ma politiche di inclusione, comunicato stampa 11.5.2017