20 Nov 2015
Formigine, 3 novembre 2015
Il nuovo libro-inchiesta del giornalista Federico Tulli “Figli rubati. L’Italia, la Chiesa e i desaparecidos” (2015, Edizioni L’Asino d’Oro), sarà presentato lunedì 23 novembre a Formigine, alle ore 20.30 presso la sala Loggia.
L’iniziativa è promossa da diverse associazioni, Anpi, Arci, Cgil, Auser insieme a Polisportiva Formiginese, libreria Agorà e Circolo Flora. Introduce la serata Maurizio Ferraroni presidente dell’Anpi di Formigine. Sarà presente l’autore Federico Tulli.
Il libro prende le mosse dal processo storico iniziato il 12 febbraio 2015 contro i crimini di lesa umanità subiti da 42 persone di origine italiana sequestrate, torturate, uccise e scomparse nell’ambito del Piano Condor.
Questo accordo segreto tra i governi e le polizie di sette Paesi del Sud America è stato realizzato tra gli anni Settanta e Ottanta fuori da qualsiasi alveo costituzionale per reprimere l’opposizione, facendo scomparire una intera generazione di giovani impegnati nella difesa dei diritti umani. Tra le parti civili del processo ci sono quattro quarantenni: furono rubati appena nati alle loro madri internate nei centri di tortura del ‘Condor’, e affidati a famiglie contigue ai regimi per essere educati secondo valori «occidentali e cristiani».
La loro storia, insieme a quella delle 42 giovani vittime, è ricostruita appunto nel libro di Federico Tulli.
Nella prefazione l’avvocato paraguayano Martin Almada, Premio Nobel alternativo per la Pace 2002, racconta come ha scoperto nel 1992 ad Asuncion gli Archivi del terrore. Queste carte, circa 700mila documenti ammassati in una anonima caserma di polizia, negli anni hanno consentito a numerosi tribunali di ricostruire parte della storia del Piano Condor e individuare responsabili dei crimini. Grazie agli Archivi, il giudice spagnolo Baltazar Garzon riuscì a incriminare il dittatore cileno Augusto Pinochet, uno dei registi del Piano, e più di recente il pm Giancarlo Capaldo ha potuto istruire il processo in corso a Roma nell’Aula bunker di Rebibbia. Ma la via verso la “Verità e la Giustizia”, invocate dai sopravvissuti e dai familiari dei desaparecidos, è ancora lunga e tortuosa. Il 30 settembre 2015, Almada, al termine dell’Udienza generale in Vaticano, ha chiesto di persona a papa Francesco che la Santa Sede apra i propri archivi declassificando i documenti segreti riferiti al Paraguay, all’Argentina, al Cile, alla Bolivia, al Brasile e all’Uruguay. Una richiesta simile, per quanto riguarda gli archivi italiani, è stata inoltrata al presidente del Senato, Pietro Grasso.
Il ruolo ambiguo della Chiesa cattolica in queste tragiche vicende è poi ulteriormente evidenziato nella postfazione di Simona Maggiorelli: un’inchiesta sulla storia dei 300mila bambini rubati ai “sovversivi” nella Spagna franchista, e nei 20 anni successivi alla morte del dittatore fascista avvenuta nel 1975, all’interno di cliniche gestite da congreghe religiose. È qui che affondano le radici ideologiche dei furti di neonati perpetrati in America Latina.
Federico Tulli
Giornalista. Collabora con numerosi periodici, tra cui “Left”, il settimanale uruguayano “Brecha” e “Latinoamerica” la rivista fondata e diretta da Gianni Minà. Sul web scrive per “MicroMega” e “Globalist”, la prima syndication italiana di giornalisti professionisti, ha ideato e dirige il magazine di divulgazione culturale e scientifica“Babylon Post”, è condirettore di “Cronache Laiche”. Cura da anni un blog, “Chiesa e pedofilia”, in cui sono raccolte notizie, inchieste e approfondimenti sui crimini pedofili nel clero cattolico. Con L’Asino d’oro edizioni ha pubblicato nel 2010 Chiesa e pedofilia. Non lasciate che i pargoli vadano a loro, nel 2014 Chiesa e pedofilia, il caso italiano e nel 2015 Figli rubati. L’Italia, la Chiesa e i desaparecidos.