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Modena, 14 febbraio 2012
Nella giornata di ieri le Organizzazioni Sindacali del commercio hanno scritto a Prefetto e Questore di Modena, al Presidente della Provincia ed alla Direzione Provinciale del Lavoro.
Nella nota si afferma:
“La recente liberalizzazione degli orari commerciali ha sollevato nella nostra provincia rilevanti problematiche, alcune delle quali relative al rispetto della legalità.
Ci riferiamo alla improvvisa decisione, da parte di diversi centri commerciali della provincia, di incrementare vistosamente l’orario di apertura, superando la mezza giornata di chiusura, aprendo tutte le domeniche ed annunciando l’apertura anche in alcune festività nazionali.
Come reso noto dalla stampa gli esercenti dei centri commerciali sono legati da accordi privati che puniscono la ritardata o mancata apertura con rilevanti sanzioni, che giungono sino alla espulsione. La condizione organizzativa venutasi a creare con maggiori aperture di 17 ore settimanali, se gestibile con difficoltà dalle grandi strutture commerciali, è del tutto ingestibile da parte delle numerose piccole e medie strutture presenti nelle gallerie dei centri commerciali.
In una fase economica difficilissima, ed in presenza di una contrazione nei consumi, nessuna impresa è intenzionata ad operare reali assunzioni.
In un’area già caratterizzata da diffuse irregolarità nei rapporti di lavoro, da una preoccupante assenza di diritti minimi, l’ampliamento smisurato degli orari di lavoro determinerà l’inevitabile deragliamento verso l’illegalità. Porterà e sta portando alla crescita del lavoro nero e grigio, alla crescita dell’evasione contributiva totale o parziale. Porterà e sta portando al mancato rispetto del riposo obbligatorio, ma anche delle condizioni contrattuali pattuite al momento dell’assunzione.
Oltre l’80% del personale che opera nei Centri Commerciali è femminile. Il rischio concreto è che molte donne siano costrette, causa l’inconciliabilità tra lavoro e famiglia, a dimettersi dal lavoro. Ciò accade già oggi quando una lavoratrice cerca di rientrare dopo la maternità, o quando i carichi familiari aumentano. Accadrà domani quando per intravedere i propri figli questi dovranno essere portati in gita al centro commerciale.
Le prime domeniche di apertura consegnano una situazione drammatica nei piccoli e medi negozi dei centri commerciali: orari di 60 ore settimanali, turni continuati da 20 giorni senza riposo, e senza che all’orizzonte ne sia previsto uno. Ed infine buste paga che non registreranno tutto ciò.
Ci rivolgiamo a Voi per vedere rispettato il diritto di migliaia di lavoratori e lavoratrici ad una vita decente, e a vedere rispettati Leggi e contratti. Senza dimenticare i numerosi imprenditori che hanno fatto sapere di volersi opporre alle aperture senza regole. Cosa oggi resa impossibile dall’iniquo sistema sanzionatorio dei centri commerciali, che rende impossibile, al singolo esercente, una scelta diversa da quella dell’ipermercato a fianco del quale sorge la Galleria.
Chiediamo una Vostra iniziativa finalizzata alla rimozione di tali clausole, attivate in momenti economici assolutamente diversi dall’attuale ed a fronte di condizioni organizzative assai diverse: clausole che oggi sono percepite come un capestro dalle imprese e mettono a rischio il posto di lavoro dei dipendenti.
Chiediamo che le SSVV convochino le parti interessate, Direzioni delle Gallerie, i soggetti economici di maggior rilievo ivi presenti, le associazioni del commercio, sindacali, dei consumatori e gli amministratori locali interessati.
Chiediamo il Vostro fattivo interessamento affinché venga garantito il rispetto di Leggi e contratti di lavoro, perché non cresca l’illegalità nella Provincia di Modena.”
Le Organizzazioni Sindacali del commercio continuano nel frattempo l’iniziativa più generale perché sia rivista la deregulation totale degli orari commerciali.
Filcams/Cgil Fisascat/Cisl Uiltucs/Uil Modena
14/2/2012