GLI IMMIGRATI NEL RAPPORTO EURISPES

11 Feb 2013

Nel suo Rapporto Italia 2013 l’Eurispes parla anche di immigrati. Ecco cosa dice.

GLI IMMIGRATI IN ITALIA. Nel triennio 2009-2011 i flussi migratori verso l’Italia hanno avuto un andamento piuttosto stabile. Si registra un lievissimo aumento nel 2010 rispetto al 2009 e, viceversa, una lieve diminuzione nel 2011 rispetto al 2010, ma tali fluttuazioni non sono significative. Gli immigrati continuano a rappresentare l’8,2% della popolazione complessiva. Le donne costituiscono circa la metà degli immigrati. La percentuale relativa ai minori, invece, registra un aumento non trascurabile, passando dal 22% del 2009 al 23,9% del 2011. Osservando il fenomeno su un intervallo di tempo più ampio, dal 1991 al 2011 si registra un aumento demografico della popolazione complessiva (italiani e stranieri); in questo aumento è significativa la variazione in percentuale degli stranieri rispetto agli italiani. Tale variazione passa, infatti, dallo 0,6% del 1991 al 6,8% del 2011.

PROVENIENZA DEI FLUSSI. La provenienza continentale degli immigrati continua ad essere perlopiù europea, anche se con una lieve diminuzione nel corso del triennio 2009-2011, durante il quale passa dal 53,6% al 53,4% del 2010, infine, al 50,8% del 2011. Di fronte alla diminuzione della provenienza europea si ha un incremento della provenienza asiatica, che nello stesso triennio passa progressivamente dal 16,2% al 18,8%. Gli immigrati provengono in gran parte dalla Romania (997mila), dal Marocco (506.369), dall’Albania (491.495), dalla Cina (277.570), e dall’Ucraina (223.782).

NEI TERRITORI. Le regioni con il più alto numero di immigrati sono la Lombardia (974.288), il Veneto (457.328), l’Emilia Romagna (452.036), il Lazio (425.583), il Piemonte (359.348) e la Toscana (321.847). In percentuale, rispetto alla popolazione totale sul territorio regionale, la più alta concentrazione di immigrati si trova in Emilia Romagna (10,4%), in Umbria (9,9%), in Lombardia (9,8%) ed in Veneto (9,4%).

Nel Mezzogiorno, la regione che registra il più alto numero di immigrati è la Campania, ma in rapport0 alla popolazione, l’Abruzzo, con il 5,2%, è la regione con l’incidenza più alta.

NATALITA’ E MORTALITA’. Nel triennio 2009-2011, si osserva un incremento del tasso di natalità degli stranieri a fronte di una diminuzione degli italiani. Accanto a questo dato c’è anche quello relativo alla mortalità, da cui emerge che le morti italiane non solo sono più numerose di quelle degli stranieri, ma superano le nascite italiane. Le morti straniere, al contrario, sono molto meno numerose delle nascite di stranieri. Ciò vuol dire che gli italiani sono sempre più vecchi, gli stranieri più giovani, come si può dedurre anche dalla sempre maggiore presenza di studenti stranieri nelle scuole italiane.

MATRIMONI. Il matrimonio è in crisi anche tra gli stranieri. L’immigrazione ha visto il celebrarsi di numerosi matrimoni tra stranieri e misti, che nella maggioranza dei casi uniscono un uomo italiano e una donna straniera (14.215), ma questi hanno subito una diminuzione significativa nel triennio 2008-2010, proprio come quelli tra italiani. La maggior parte dei matrimoni misti e tra stranieri si regista nelle regioni settentrionali dell’Italia (4.095). Così come per le coppie italiane, sono in aumento anche le separazioni e i divorzi tra la popolazione straniera: nel primo caso si passa dal 7,1% del 2008, all’8,1 del 2010; nel caso dei divorzi, si passa dal 6% del 2008, al 7,7% del 2010.

CONDIZIONELAVORATIVA. In Italia gli immigrati, spesso rinunciando alle proprie professionalità, si collocano principalmente nel settore dei servizi che, ancora nel triennio 2009-2011, ha fatto registrare un lieve incremento (55,9% nel 2009; 57% nel 2010). Segue l’industria, dove lavora il 29,6%, e l’agricoltura, con l’8,5%. Il 60,1% degli immigrati lavora nelle regioni del Nord, il 23,5% in quelle centrali, e, il restante 16,4%, in quelle del Sud e delle Isole.

TASSE. Gli immigrati lavoratori continuano ad essere ottimi contribuenti ed è sempre al Nord, con il 63,7%, che si concentra la maggior parte delle quote versate dell’imposta netta; seguono il Centro, con il 22,3%, e il Sud e le Isole con il 14%. La media pro capite più alta di imposta netta pagata dagli stranieri è in Lombardia (21,1%), Veneto (11,8%), Emilia Romagna (11,1%), e nel Lazio (10%). I primi contribuenti sono i rumeni.

CASA. Per quanto la crisi del mercato immobiliare abbia frenato il fenomeno, questo rimane significativo. Se nel 2009 la quota di immobili acquistati da stranieri, era pari al 14,8% e nel 2010 scendeva al 9,2%, nel 2011, con il 10,9%, il mercato torna a crescere.

PROFILO CULTURALE. Il livello d’istruzione cresce tra gli immigrati, anche se il livello più basso, quello della licenza elementare, è in aumento, forse per l’ingresso in Italia di stranieri più adulti con un basso titolo di studio. Se si osservano gli altri livelli di istruzione, invece, si può vedere che l’istruzione degli immigrati è in aumento.

POVERTA’ E IMMIGRAZIONE. “I dati Istat sulla povertà (relativa ed assoluta) in Italia scontano l’esistenza di problemi tecnici di limitatezza del campione statistico, di una sua insufficiente rotazione e di una sottostima degli immigrati. I 2 milioni di lavoratori stranieri residenti in Italia, mediamente, guadagnano circa 1/3 in meno degli italiani. Ricerche della Fondazione Leone Moressa dimostrano che nel 2010 più del 40% delle famiglie straniere viveva al di sotto della soglia di povertà, contro il 12,6% delle famiglie italiane. Il calcolo si basa sull’analisi dei redditi e differisce, in tal senso, da quello impiegato dall’Istat che parte, invece, dai livelli di consumo delle famiglie. Purtroppo, l’Istat non mette a disposizione le informazioni relative alla cittadinanza dei componenti dei nuclei familiari, per cui risulta impossibile fare un confronto tra famiglie straniere e italiane.

La propensione al risparmio è quasi nulla, che il reddito familiare è la metà di quello delle famiglie italiane, che l’84% dei redditi deriva da lavoro dipendente, che il 27% del reddito familiare viene speso per il pagamento dell’affitto, che oltre il 70% delle famiglie prende in locazione abitazioni in aree soprattutto periferiche e che il 33% dei nuclei familiari vive in situazione di sovraffollamento”. Leggi

http://www.eurispes.eu/sites/default/files/Sintesi_Rapporto_Italia_2013.pdf

 

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