GLI STRANIERI AL 15° CENSIMENTO

13 Gen 2014

 

pagina a cura di Mohcine El Arrag

 

Pochi giorni fa, l’lstat da diffuso nuovi dati sulle caratteristiche della popolazione straniera ricavati dall’ultimo censimento, composta da oltre 4 milioni di persone.

Oltre la metà degli stranieri proviene dall’Europa, in particolare dall’Unione europea, che totalizza il 27,5% della presenza straniera in Italia, e dai paesi dell’Europa centro-orientale, dai quali proviene uno straniero su quattro. Seguono il continente africano (21%), in particolare il Nord Africa (14,4%), mentre gli stranieri provenienti dai paesi asiatici costituiscono circa il 18% del totale. Gli americani, quasi esclusivamente centro-meridionali, registrano una presenza pari all’8,2%.

La componente femminile è prevalente tra gli europei (58%) e gli americani (63,1%). Tra gli africani e gli asiatici la presenza straniera è invece a maggioranza maschile, seppur caratterizzata da disomogeneità tra i sub-continenti. Infatti, sia tra chi proviene dall’Africa orientale (52,9%) che dall’Asia occidentale (54%) e orientale (53,6%) prevale la componente femminile.

Gran parte ha un’età compresa tra 20 e 39 anni (42,7%). Oltre il 70% dei cittadini africani ha un’età inferiore a 40 anni; in particolare, i nord africani sono gli stranieri più giovani e con la quota più elevata di minori (quasi il 32%). Anche gli stranieri provenienti dall’Asia sono molto giovani, soprattutto i cittadini di paesi dell’Asia centro-meridionale. Gli stranieri provenienti da paesi europei e da quelli latino-americani, che hanno una struttura per età pressoché analoga, fanno registrare una presenza di poco più accentuata nelle classi adulte.

Sono in prevalenza celibi/nubili (47,6%), con una quota percentuale di poco superiore a quella dei coniugati (45%). I divorziati ammontano al 3,6% del totale mentre i vedovi sono il 2,7%. I cittadini americani e africani, in particolare provenienti dall’area centro-meridionale dei due continenti, sono prevalentemente celibi/nubili (rispettivamente 56% e 51,5%), mentre gli asiatici sono equamente distribuiti tra celibi/nubili (48,6%) e coniugati (48,4%). Gli apolidi sono per i due terzi celibi/nubili (65%) e per il 4,8% vedovi.

Provengono da ben 196 paesi. Oltre la metà di essi proviene però da soli cinque paesi, mentre le collettività dei primi venti paesi rappresentano quasi l’82% della presenza straniera totale. I cittadini rumeni, con oltre 820 mila censiti, costituiscono un quinto del totale, seguiti dai cittadini albanesi, marocchini, cinesi e ucraini.

Relativamente alla composizione per genere, i paesi per i quali si registra un significativo sbilanciamento a favore della componente femminile appartengono all’Europa dell’Est: Ucraina, (79,5%), Polonia (73,9%) e Moldavia (66,6%). Di contro, una forte prevalenza maschile si registra per le collettività africane e asiatiche più presenti in Italia, quali Senegal (73,1%), Bangladesh (66,9%), Egitto (64,8%) e Pakistan (62,5%). Per la collettività cinese si rileva un sostanziale equilibrio tra maschi e femmine.

Dal confronto con il censimento del 2001, le collettività che hanno registrato gli incrementi più significativi sono la Romania (che passa dai 74.885 censiti nel 2001 agli 823.100 censiti nel 2011), l’Albania, il Marocco e la Cina che, nel complesso, aumentano di oltre 650mila unità. Tuttavia, gli incrementi percentualmente più consistenti sono stati registrati dalla Moldova, che da poco più di 4 mila stranieri censiti nel 2001 passa agli oltre 130 mila del 2011, e dall’Ucraina, che dagli 8.647 residenti del 2001 raggiunge, nel corso del decennio, quasi 180 mila residenti.

Comparando le strutture per genere e per paese di cittadinanza rilevate ai due censimenti, emerge che alcune delle collettività più rappresentate mostrano una riduzione dello sbilanciamento numerico tra maschi e femmine, a favore della componente femminile. Ciò si rileva in particolare per Marocco, Tunisia, Senegal, Egitto e Nigeria, ma anche per Pakistan e Bangladesh. Una riduzione del divario nella composizione per sesso si registra anche a favore della componente maschile, per alcuni paesi quali Ecuador, Perù e Filippine. Ciò a conferma del processo di integrazione che interessa queste collettività e che si esprime anche attraverso i ricongiungimenti familiari.

I cittadini italiani per acquisizione ammontano a 671 mila; rispetto al 2001 hanno registrato un incremento di 285.782 unità (+135%). I due terzi del totale degli acquisiti sono donne, gran parte di essi ha un’età compresa tra 35 e 54 anni (42,4%). Il 63,5% degli acquisiti ha ottenuto la cittadinanza italiana per motivi diversi dal matrimonio e mostra una composizione per sesso pressoché bilanciata, mentre le donne costituiscono la stragrande maggioranza (90%) di coloro che sono diventati italiani per matrimonio.

Quasi il 60% degli italiani per acquisizione risiede nel Nord Italia ed è equamente suddiviso tra acquisiti per matrimonio e acquisiti per altri motivi. Il 22,2% risiede nel Centro Italia, dove prevale il matrimonio come motivo di acquisizione, mentre il restante 20% risiede al Sud e nelle Isole dove, invece, sono gli altri motivi a prevalere.

Le famiglie con almeno un componente straniero ammontano a 1.829.941 e rappresentano il 7,4% delle famiglie censite.

Il 30% è costituito da famiglie unipersonali e il 20% da quelle con due componenti.

Le famiglie con tre o quattro componenti costituiscono il 36% del totale e quelle numerose (con oltre 5 componenti) il 13%.

Le famiglie con tutti i componenti stranieri sono 1.357.341 e incidono per il 74,2% sul totale delle famiglie con almeno un componente straniero; il 40% di esse sono famiglie unipersonali.

Le famiglie numerose con tutti i componenti stranieri sono 65.811, pari al 70% del totale delle famiglie numerose con almeno un componente straniero.

Rispetto al censimento del 2001 si registra un incremento del 172,1%, dovuto in particolare alle famiglie unipersonali per le quali si rileva una variazione positiva pari al 222%, e alle famiglie numerose, per le quali si registra un aumento del 248%.

Nel decennio intercensuario si registra un incremento significativo del numero complessivo di famiglie, pari al 12,8%. I dati per cittadinanza mostrano che questo incremento è dovuto per il 41,3% all’incremento delle famiglie con almeno un componente straniero.

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