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Modena, 29 maggio 2009
La crisi di liquidità e di volumi di vendita si è aggravata negli ultimi mesi al Gruppo Fini stabilimento sito a Modena in via Albareto all’interno del quale è rimasta la sola produzione di pasta fresca.
La ristrutturazione aziendale affrontata nell’ultimo anno con l’accesso alla cassa integrazione straordinaria per buona parte dei dipendenti e la riduzione di una trentina di addetti – parte in mobilità volontaria e parte trasferita nell’altro stabilimento del gruppo a Ravarino (divisione conserve) – non sono serviti a risollevare le sorti dell’azienda.
“Il mese scorso l’azienda – spiega Rossano Carnevali del Sindacato agroindustria FLAI/CGIL – ha inoltrato la richiesta di un ulteriore anno di cassa straordinaria per stato di crisi. Con accordo sindacale si è ottenuto l’anticipo della Cigs da parte dell’azienda con integrazione di ulteriori 270 euro mensili per i 90 lavoratori rimasti in via Albareto”.
“Il piano di salvataggio presentato dall’azienda – continua Carnevali – prevede l’impegno a trasferire la produzione in uno stabilimento più dimensionato che riduca i costi generali attuali (l’attuale stabilimento è sfruttato al 10% dello spazio)”.
L’impegno è tutto legato a risorse finanziarie che ad oggi l’azienda non ha a disposizione, pur dichiarando che i rapporti con gli eventuali finanziatori (istituti di credito) non si sono interrotti.
Stante il piano di salvataggio, nei prossimi giorni la produzione in via Albareto cesserà e passerà a co-packer.
La tensione tra i lavoratori è molto alta. Il fatto di vedere fermare la produzione interna senza avere ancora un piano definito di ripresa ha portato i sindacati di categoria FAI/CISL, FLAI/CGIL UILA/UIL.e la RSU a proclamare lo stato di agitazione con una prima iniziativa di presidio dei cancelli dello stabilimento in via Albareto nella giornata di mercoledì 3 giugno (ore 10-13).

