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Modena, 12 gennaio 2017
Dopo quasi due anni, la sezione speciale della Banca d’Italia-UIF, dedicata alla stringente attività di controllo e intelligence sulle operazioni finanziarie sospette di riciclaggio e/o finanziamento del terrorismo, ha riscritto in seconda edizione un “quaderno” che aggiorna le “tecniche e modalità più diffuse ed attuali” – sempre in evoluzione – per attuare il riciclo illecito di flussi finanziari provenienti dalla economia in nero, frodi fiscali, attività malavitose.
E con il lavoro pulito e regolare, sempre più aggirato ed offeso.
Attività illecite e sempre più “organizzate”, con vasti e qualificati sostegni di consulenze professionali, riassunte e ben descritte nei dodici capitoletti con le casistiche più attuali e significative.
Una “guida” per comprendere e meglio contrastare i dodici trucchi del riciclaggio, ovvero…la “sporca dozzina” che fotografa il traffico malavitoso oggi operante.
Molti di questi capitoli parlano direttamente di noi e ci aiutano a capire più concretamente i numeri da primato che vedono la nostra regione e la provincia modenese, ai primi posti nelle segnalazioni antiriciclaggio raccolte dall’UIF.
Basta guardare:
– le vicende emerse in questo 2016 nelle udienze del maxiprocesso “Aemilia”.
– ma anche, scorrendo i titoli più pesanti, delle vicende di riciclaggio del 2016 modenese.
1- Infatti Aemilia ha proposto nei mesi scorsi atti e testimonianze – oltre che la già sentenza nel rito abbreviato – purtroppo esemplari. Solamente alcune fra le tante:
– alcune imprese emiliane hanno ” ..utilizzato quelle cutresi per darsi fondi neri, il caso della Star Gres di Casalgrande…che così, tra l’altro, riciclava pagando il lavoro irregolare”.
– un flusso di “milioni di euro movimentati e riciclati attraverso società cartiere/fasulle che partivano e tornavano alla Giglio srl”.
– il maresciallo che, testimoniando al processo, ben descrive il riciclaggio dei f.lli Pelaggi di Maranello “…la falsa fattura fa più soldi della droga..” utilizzando triangolazioni con aziende svizzere e poi incassare ingenti rimborsi di Iva truffati.
– il processo col rito abbreviato condanna pesantemente ad 8 anni e 8 mesi la nota consulente finanziaria Tattini, per la sua “totale disponibilità verso i vertici della organizzazione criminale…fornendo consulenze per gli affari di riciclo gestiti dalla consorteria”.
– Vincè, l’imprenditore di Cutro poi residente a Ravarino “…contribuiva alla gestione degli affari mafiosi, attraverso un vorticoso giro di false fatturazioni emesse da società fasulle e conseguente riciclaggio…grazie ad un giro di assegni riscossi in una banca modenese…compiacente”.
– “Aemilia” offre anche la sentenza di Bologna e relative motivazioni di condanna al processo con rito abbreviato e con una lunga e documentata descrizione del malaffare ‘ndranghetista, col titolo “frodi fiscali e riciclaggio” che spiega modalità, tecniche, coperture e collusioni parlando anche i nostri dialetti.
2- Infine, leggendo i 12 titoli dei capitoli con le più aggiornate casistiche di riciclaggio rielaborate dalla UIF,vediamo a piedi pari alcuni esemplari emersi a Modena, pur limitandoci agli ultimi mesi:
– il capitoletto 2 riguarda il riciclo di risorse sottratte e/o recuperate da false attività di formazione professionale. Casistica forse suggerita dalla organizzazione modenese, con sede a Bomporto – con coop fasulla, esperto consulente, false certificazioni mediche – che proponeva e vendeva falsi corsi di formazione per il comparto agricolo.
– un altro punto si occupa di casistiche legate “all’appropriazione illecita di fondi e poi illecito utilizzo” ai danni di Associazioni di categorie o di Volontariato.
Calzante e su misura del caso modenese, ben lavorato dalla GdF, che ha scoperchiato un’evasione di oltre 300 mila euro e 18 assunzioni di lavoratori in nero, organizzato da una “falsa associazione di promozione sociale no-profit” di S.Prospero.
– il cap. 7 descrive gli “aggiornamenti” dei giri di evasione/riciclo transnazionale e così il pensiero corre al caso pesantissimo e da manuale delle “frodi carosello”, che ha coinvolto nove imprese di carta – una con sede a Modena – ed un sequestro di ben 63 milioni.
– il titolo classico del “riciclaggio tramite false fatturazioni” vede decine di casi in ognuna delle nostre province, con rinvii a processo di contabili maestri nel truccare e “clienti” complici. Un ultimo e recente caso nella Bassa modenese.
– si inquadra perfettamente nel manuale UIF, l’operazione “Plafond” che ha visto pochi mesi fa GdF e Procura di Modena sequestrare beni per 10 milioni, con l’accusa di maxi evasione, traffici con prestanome e riciclo, coinvolgendo un’impresa di Soliera e tre di Carpi.
E sempre pochi mesi fa, l’operazione “Barqueiro” ha portato al sequestro di beni per oltre 11 milioni, manette per un commercialista e blocco per 154 conti bancari. Il Procuratore Lucia Musti li ha definiti “stakanovisti del crimine e del riciclaggio”. Oltre che del lavoro totalmente irregolare. Traghettavano, da Modena e Reggio, imprese all’estero prima di farle fallire, svuotarle dei beni e spartirsi il patrimonio aziendale.
Come si vede,solamente pochi richiami concreti e nostrani, per dare una sembianza più visibile ai numeri pesantissimi che coinvolgono i nostri territori e che rischiano di passare inosservati.
Capire meglio cosa c’è dentro/dietro alle 3.580 segnalazioni in Emilia R. e 556 a Modena – in un solo semestre 2016- su operazioni sospette di riciclaggio,raccolte e valutate da UIF- Banca d’I.
Dati incredibili che ci fanno riproporre la pressante necessità – finora ignorata – di riunire “tavoli territoriali” per leggere bene e comprendere questi dati, le modalità del loro radicamento locale e, sopratutto, le possibili azioni di contrasto reale dalle istituzioni ed organizzazioni economiche, produttive e professionali.
Franco Zavatti, coordinatore legalità e sicurezza Cgil Emilia Romagna
schema anti-riciclaggio (pdf)