I MOTIVI PER DIRE NO ALL'ACCORDO SEPARATO DEL COMMERCIO

04 Ago 2008 filcams,

TANTI MOTIVI PER DIRE NO AD UN CONTRATTO SBAGLIATO

Il contratto nazionale del commercio, sottoscritto tra Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil e Confcommercio è un accordo negativo, che fa arretrare i diritti dei lavoratori del settore, che penalizza i giovani, che estende e rende obbligatorio il lavoro domenicale e che risponde solo parzialmente all’emergenza salariale.
Filcams-CGIL aveva richiesto il rispetto della procedura democratica definita tra le organizzazioni sindacali, vale a dire la consultazione dei lavoratori quando queste ultime si trovano in disaccordo. Cisl e Uil hanno negato tale possibilità, ed hanno proceduto alla firma separata.
Riepiloghiamo i contenuti che contestiamo di questo accordo separato:
I GIOVANI: si dice spesso che vi è un distacco tra giovani e sindacato. Come dare loro torto, se si sottoscrivono accordi che elevano nel periodo di centinaia di ore, a parità di salario, la prestazione degli apprendisti? Come si giustificherà il fatto che gli apprendisti faranno 40 ore settimanali, mentre i colleghi ne fanno spesso 38? O che non godranno dei permessi?
LE DOMENICHE, I FESTIVI, I RIPOSI: da tempo Federdistribuzione, che associa tutte le grandi aziende del commercio privato, conduce una serrata battaglia per liberalizzare gli orari di apertura. Negozi sempre aperti la domenica e nei festivi, dall’alba fino a mezzanotte ed oltre. Qualora il Governo dovesse procedere in questo senso, le imprese avranno a disposizione uno straordinario regalo, vale a dire il superamento della volontarietà del lavoro domenicale, che diventa con questo accordo obbligatorio. Non solo, perché viene inoltre prevista la riduzione da 11 a 9 ore del riposo tra due giornate lavorative. A ciò si aggiunge l’innalzamento a 250 ore del massimale di straordinario (che resta però volontario) e la pessima legge recentemente varata dal Governo Berlusconi che consentirebbe alle aziende di gestire l’orario di lavoro non più su base settimanale, ma come media in periodi plurisettimanali.
IL SALARIO: con livelli di inflazione ormai vicini al 4%, prevedere 150 euro a regime nei 4 anni di durata del contratto vuol dire rispondere solo parzialmente all’erosione dei salari reali. In particolare ciò è determinato dalla mancata considerazione dell’anno 2007, per il quale non sono previsti arretrati. Solo dal mese di febbraio 2008 scatta difatti il primo aumento di 55 euro al 4° livello, pari cioè all’erogazione unilaterale prevista da Confcommercio e da altre imprese.
Il successivo aumento di 21 euro scatta a dicembre 2008, mentre a settembre 2009 il salario si “innalza” di ulteriori 34 euro, per concludere col marzo e col settembre 2010, dove scatteranno altri 20 euro.
Se a regime quindi si tratta di 150 euro, nei fatti la dilazione eccessiva degli aumenti e la mancata considerazione del 2007, rendono problematico anche l’aspetto economico.
LA COOPERAZIONE
Nel contratto della Cooperazione, sottoscritto unitariamente, si sono evitate le concessioni su lavoro domenicale ed apprendistato, mentre sul salario abbiamo dovuto prendere atto della condizione determinata dall’accettazione da parte di Cisl e Uil delle proposte di Confcommercio. Come sempre quel risultato si è automaticamente riversato nel contratto della Distribuzione Cooperativa.
COME USCIRE DA QUESTA SITUAZIONE?
Per la Filcams CGIL la via d’uscita è una sola: dare la parola ai lavoratori ed alle lavoratrici, prevedendo in tempi brevi la consultazione vincolante sull’accordo raggiunto tra Cisl, Uil e Confcommercio.
Solo un sano esercizio di democrazia può permettere di uscire da una situazione di tale complessità, nella quale rischiano di restare penalizzati gli oltre due milioni di lavoratrici e lavoratori del settore.

FILCAMS CGIL MODENA


1 agosto 2008

Scarica il volantino per dire NO all’accordo separato sul contratto del commercio in formato pdf

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