26 Apr 2012
di Enza Cubelli
Analizzando i dati dell’indagine campionaria della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie nell’anno 2010, la Fondazione Leone Moressa ha potuto studiare il comportamento economico e i relativi livelli di povertà degli stranieri. Lo stato di povertà in cui versano molte famiglie di stranieri indica come non deve essere sottovalutata l’esistenza di una marginalità sociale. L’attuale crisi economica, che sta mostrando come gli stranieri siano l’anello debole del mercato del lavoro, sta privando gli immigrati dell’unica fonte di reddito, quello da lavoro dipendente. Partendo da questa indagine si è provveduto a fotografare la famiglia straniera sotto l’aspetto economico, considerando l’ammontare del reddito, del consumo, del risparmio, del livello di povertà, il possesso di immobili, le caratteristiche dell’abitazione di residenza, le varie tipologie di risparmio.
Oltre il 40% delle famiglie straniere vive sotto la soglia di povertà; hanno un reddito medio annuo di 18.674 €, derivante dall’84,3% da lavoro dipendente. Il consumo annuo consente alla famiglia di risparmiare appena 636 €, che viene depositato in banca. La maggior parte delle famiglie straniere vivono in affitto in abitazioni medio-piccole, spendendo di locazione oltre un quarto del proprio reddito disponibile. Solo il 23,8% delle famiglie straniere possiede degli immobili.
Il reddito delle famiglie straniere deriva principalmente da redditi di lavoro dipendente: l’84,3% di tutte le entrate proviene da questa voce; segue il lavoro autonomo, per l’8,2% e il reddito da capitale per l’8,7%. Inoltre calcolando le varie percentuali, si è capito che oltre il 60% delle famiglie straniere vive con meno di 20mila euro all’anno. Per quanto riguarda i consumi, la quasi totalità è destinata a spese di beni non durevoli: 94,3 circa. Per le proprie spese gli stranieri usano maggiormente il contante, circa il 52,3% della spesa media viene pagata cash, sborsando circa 787 € al mese. Poco frequente è l’utilizzo di strumenti di pagamento alternativi al contante, preferendo in larga parte il bancomat.
Le famiglie straniere che riescono a risparmiare depositano il proprio denaro in conti correnti bancari o postali, si tratta di circa dell’84,4% delle famiglie. Inoltre circa il 72,8% delle famiglie vive in affitto e appena il 13,8% ne è il proprietario; vivono soprattutto nelle aree periferiche delle città, in abitazioni piccole, spesso in situazioni di sovraffollamento. Circa il 9,5 % delle famiglie straniere, inoltre, dichiara di possedere almeno una proprietà fuori dall’Italia e la rata del mutuo pesa, complessivamente, circa il 36,1%, oltre un terzo del reddito disponibile.
Per quanto riguarda le caratteristiche della famiglie straniere, esse sono costituite per circa il 37,4% da un unico componente; nel 72,8% il capofamiglia è maschio, mediamente giovane ( quasi il 30% ha meno di 34 anni). Per quanto riguarda la condizione professionale, gli stranieri sono in prevalenza occupati come dipendenti (88,2%) e, in percentuali inferiori, autonomi (7,0%). Tra i dipendenti spicca la figura dell’operaio, mentre gli impiegati o i dirigenti sono appena i 4,6%, mentre il 4,8% è disoccupato.