IL DOCUMENTO DEGLI INTERNI SUI CIE: PROPOSTE PEGGIORATIVE. PIÙ CENTRI, PIU CELLE DI ISOLAMENTO, AGGRAVANTI DI REATO

26 Apr 2013

 

di Ciro Spagnulo e Mohcine El Arrag

 

“Mentre aumentano gli appelli per la chiusura dei centri di detenzione per immigrati, il documento programmatico stilato dagli esperti del ministero degli Interni punta nella direzione opposta”. Così scrive il 15 aprile la Repubblica nelle pagine bolognersi in un articolo che anticipa alcuni risultati del documento sui CIE commissionato nel 2012 dal ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri.

“Alcune conclusioni che emergono dal dossier fanno rabbrividire e dovrebbero interrogare tutti”, dichiara nello stesso articolo la parlamentare del Pd Sandra Zampa.

Subito iI ministero con un comunicato precisa che si tratta di una lettura distorta: “Con riferimento ad alcune notizie riportate dalla stampa sul documento elaborato dal gruppo di lavoro presieduto dal sottosegretario Saverio Ruperto, il ministero dell’Interno precisa che si tratta di una lettura distorta di un dossier conoscitivo finalizzato a fotografare il funzionamento dei Centri di Identificazione ed espulsione nell’ottica di garantire, anche con riforme normative, il miglioramento delle condizioni di accoglienza e trattamento dei cittadini immigrati”.

Ma hanno ragione Repubblica e la deputata del Pd. Divenuto pubblico, il documento appare grave nei contenuti. Inaccettabile e pericoloso, lo definisce l’Asgi.

Il documento sostiene che i Cie non possono essere messi in discussione: “…fanno ormai stabilmente parte dell’ordinamento e risultano indispensabili per un’efficiente gestione dell’immigrazione irregolare”, vi si scrive. Sostiene cioè l’esatto contrario di quanto sostengono le associazioni che si occupano dei diritti degli stranieri, e cioè che occorre chiuderli. Ancora, dal documento emerge la volontà di ridurre ulteriormente i costi aumentando l’efficienza. E’ questa una linea che ha già provocato disastri come a Modena e Bologna.

Le proposte del documento riguardano la gestione; i tempi di permanenza; l’accesso; gli standard sanitari; l’eterogeneità degli status giuridici; la convivenza interna; l’autorità giudiziaria locale; le modalità di trattenimento; la presenza delle forze di polizia; la dislocazione. Alcune prevedono inasprimenti nelle condizioni di detenzione e nella repressione delle proteste. Eccole:

-affidamento a un gestore unico a livello nazionale nazionale, da individuarsi attraverso un’unica procedura ad evidenza pubblica ed eventualmente strutturato nella forma del raggruppamento temporaneo di imprese, per ottenere maggiori risultati in termini di efficienza ed economicità;

-riduzione da 18 a 12 mesi del tempo massimo di permanenza nei Cie poiché la durata attuale è “esuberante rispetto alla effettività delle procedure identificative, essendo pressoché trascurabile il numero di stranieri identificati trascorso l’anno di residenza” e “anche alla luce di taluni orientamenti maturati nella giurisprudenza dei giudici di pace, tendenti a non convalidare il trattenimento se lo straniero non è stato identificato nei primi 12 mesi, atteso che, a decorrere dal settimo mese, i presupposti che legittimano il trattenimento cambiano, riducendosi, in particolare, alla mancanza di cooperazione al rimpatrio dell’interessato e al ritardo nell’ottenere i documenti di espatrio”;

-mantenimento del regime reintrodotto con la circolare del Ministro dell’Interno del 13 dicembre 2011, con la quale il ministro Cancellieri revocò la circolare 1305 del ministro Maroni che limitava l’accesso ai Centri, e maggiore autonomia decisionale al riguardo dei prefetti, che potranno decidere da soli, semplicemente comunicando al Dipartimento centrale la decisione presa;

-modifica del capitolato d’appalto e regolamento unico per garantire standard sanitari omogenei;

-collaborazione tra ministeri interessati e strutture miste all’interno delle carceri per I’ identificazione dei detenuti per porre rimedio all’eterogeneità degli status giuridici presenti all’interno dei Cie (ex detenuti, immigrati irregolari ancora non identificati, ecc.);

-isolamento dei violenti, introduzione di un’aggravante per i reati commessi nei centri, trattamento premiale per la buona condotta e incremento delle attivita di impiego del tempo per la tutela della pacifica convivenza;

-disponibilità all’interno dei Cie di un’aula idonea per le udienze di convalida del giudice di pace, “evitando così alla Questure un sovraccarico di compiti per l’accompagnamento degli stranieri presso le aule giudiziarie ed evitare, quindi, un maggiore dispendio di risorse umane”;

-tutela del diritto all’informazione, estensione a tutti i centri della possibilità di comunicare agli immigrati cosa prevedono le procedure di espulsione e quali saranno i provvedimenti che li riguardano direttamente, previsione di apposti momenti informativi sulla possibilità di scegliere la partenza volontaria e il rimpatrio volontario assistito, più stretta applicazione dell’art. 21 del DPR 31 agosto 1999 n. 394, che disciplina le modalità di trattamento, per evitare l’attuale disomogeneità tra i Centri relativamente alle libertà di circolazione, colloquio, culto, ecc;

maggiore presenza delle forze di polizia e incremento dell’attività di mediazione dagli operatori dell’ente gestore, in modo da prevenire sul nascere eventuali situazioni di tensione;

-riorganizzazione della distribuzione dei Cie sul territorio concentrandone la presenza soprattutto nelle città in cui si trovano i consolati o le ambasciate dei Paesi maggiormente interessati al fenomeno migratorio per facilitare la collaborazione nell’organizzazione degli incontri con gli stranieri da identificare.

http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=2686&l=it 

http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=2682&l=it 

http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=2678&l=it

http://www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/comunicati/comunicati_2013/2013_04_16_precisazioni_cie.html_8783071.html

http://www.asgi.it/public/parser_download/save/1_013_doc_cie_documenti.pdf

http://www.asgi.it/public/parser_download/save/1_013_documento_asgi.su.cie_analisi.pdf

L’Asgi (Associazione studi giuridici immigrazione) è intervenuta due volte negli ultimi giorni sul documento ministeriale sui Cie. Vi proponiamo quanto ha scritto.

ASGI: INACCETTABILE E PERICOLOSO IL DOCUMENTO SUI CIE DEL MINISTERO DELL’INTERNO

ASGI denuncia la gravità del contenuto del Documento programmatico sui Centri di Identificazione ed Espulsione, nel quale oltre a mostrare già nella premessa una sconcertante ignoranza normativa (ritenendo, ad esempio, ordinariamente trattenibili nei CIE cittadini comunitari nei CIE o definendo il trattenimento pertinente alla “giurisdizione amministrativa” che “non richiede una sentenza del giudice”) ritiene i CIE indispensabili; affermazione che è smentita dai dati stessi indicati nel Documento, in cui si riconosce che solo il 50,6% dei trattenuti è effettivamente espulso, a riprova della inutilità ed onerosità finanziaria dei Centri.

Quello che più preoccupa è che il Gruppo di lavoro del Ministero dell’Interno, nell’esaminare le criticità dei CIE le attribuisca ai seguenti motivi:
la cd. “Primavera Araba” che avrebbe fatto aumentare la presenza di immigrati irregolari o non identificati (pag. 7),
“l’indole non pacifica” di molti trattenuti e la loro “condotta violenta” (pag. 22),
la presenza di trattenuti con “diversi status giuridici” (condannati, irregolari, ecc.) e “la convivenza di persone di differente provenienza geografica” che innescano “spesso eventi conflittuali all’interno di uno spazio chiuso come quello dei CIE, generando disordini e rivolte”.

Quanto al primo aspetto, il Documento mistifica la realtà, sottacendo che tutti coloro che sono arrivati in Italia in conseguenza delle rivolte sociali del Nord Africa e soprattutto a seguito della guerra in Libia sono stati immessi forzatamente dal Governo nel percorso dell’asilo politico e dunque non rappresentano affatto la realtà delle persone che sono state trattenute nei CIE

In ordine agli altri aspetti, l’uso del termine “indole” – di lombrosiana memoria – esprime quello che è l’effettivo obiettivo del Documento: la categorizzazione degli stranieri trattenuti e la “creazione di moduli idonei ad ospitare” persone di tale indole!

Oggi si ipotizzano CIE con stanze/moduli per “categorie”, con previsione del potere dei Prefetti o di non meglio chiare Commissioni di prevenire rivolte e disordini, spostando “in area differenziate della struttura”.

Viene così riproposto il modello ottocentesco della SEGREGAZIONE degli oziosi, dei vagabondi e dei pazzi, non volendo pensare ad altri modelli che hanno sconvolto l’Europa a metà del secondo scorso. Tutto ciò e’ inaccettabile per qualsiasi coscienza democratica.

Il documento ignora totalmente i numerosi rapporti che a livello nazionale ed internazionale sono usciti nel corso degli ultimi anni sulla questione dei CIE con analisi approfondite, omette di citare le fonti utilizzate e non indica la metodologia con la quale è stata condotta l’analisi dei dati; in buona sostanza il documento appare privo di un minimo rigore scientifico configurandosi invece come un grossolano pamphlet ideologico. Non può non notarsi la radicale differenza rispetto al Rapporto “De Mistura”, redatto su incarico del Governo nel 2007, da una Commissione composta da esponenti dell’Esecutivo ed esperti indipendenti che, dopo un lungo ed accurato lavoro di indagine e di analisi e dopo centinaia di incontri con associazioni, regioni, enti locali aveva rilevato correttamente le maggiori criticità dei CIE indicando le soluzioni più idonee ad un superamento dei CIE stessi in ragione della loro sostanziale inutilità e in ogni caso una maggiore attenzione al rispetto dei diritti delle persone trattenute.

In ragione delle gravissime criticità sopra indicate, il Governo non può seguire le indicazioni contenute in tale Documento di cui si chiede pertanto il ritiro immediato.

Parimenti l’ASGI invita il Parlamento italiano a chiedere al Ministro dell’Interno di rispondere urgentemente in Aula in merito al citato documento e alla proposte in esso contenute. (Asgi, 19 aprile 20123) 

http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=2686&l=it

http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=2682&l=i

http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=2678&l=it

http://www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/comunicati/comunicati_2013/2013_04_16_precisazioni_cie.html_8783071.html 

http://www.asgi.it/public/parser_download/save/1_013_doc_cie_documenti.pdfhttp://www.asgi.it/public/parser_download/save/1_013_documento_asgi.su.cie_analisi.pdf

ASGI SUL DOCUMENTO SUI CIE DEL MINISTERO DELL’INTERNO: UN PESSIMO PROGRAMMA DI LEGISLATURA

Il commenta dell’Asgi sul Documento programmatico sui Centri di Identificazione ed Espulsione

Nel giugno del 2012 il Ministro dell’interno istituì una sorta di commissione – rigorosamente interna al Dicastero stesso – definita “task-force”, con il compito di analizzare la situazione in cui versano i C.I.E. italiani, relativamente agli aspetti di carattere normativo, organizzativo e gestionale, al fine di elaborare proposte normative atte a migliorare l’operatività dei centri di espulsione ed assicurarne l’uniformità di funzionamento a livello nazionale. I risultati dell’indagine – resi pubblici nei giorni scorsi – costituiscono l’oggetto di questo documento .

Non è la prima volta che un governo italiano decide di disporre un’indagine sui C.I.E.: infatti, già nel 2006, venne istituita la “Commissione De Mistura”. Evidenti sono, tuttavia, le differenze tra quell’indagine e l’attuale: mentre la Commissione precedente era composta sia da membri ministeriali che da appartenenti all’associazionismo ( una commissione “mista”), l’attuale è composta esclusivamente da funzionari del Ministero dell’interno che hanno lavorato in assoluta segretezza, del tutto impermeabili alle pur rilevanti analisi e proposte avanzate da più parti sul tema dei C.I.E., insomma una sorta di commissione interna al ministero.

La citata Commissione operò con rigore metodologico, visitando tutti i centri, incontrando le Prefetture, le Questure,ascoltando le associazioni dei vari territori, gli enti locali e le persone trattenute; inoltre esaminò i documenti che le venivano sottoposti e raccolse direttamente migliaia di dati, anche attraverso l’utilizzo di apposite schede di rilevazione. Il tutto con un lavoro pubblico e trasparente.

Nel volere riproporre un nuovo documento programmatico sui CIE, si sarebbe dovuti doverosamente partire, sia nel metodo che nei contenuti, dal punto in cui era arrivata la Commissione del 2006, cosa che non è avvenuta.

Un’ulteriore considerazione preliminare s’impone e riguarda il momento in cui sono state rese pubbliche le conclusioni della task force ministeriale: una situazione di gravissima crisi istituzionale, sottolineata dalla rielezione del Capo dello Stato, e di paralisi dell’attività governativa.

Proprio sul tema della detenzione amministrativa, dopo il rapporto della Commissione De Mistura, negli ultimi tempi si sono succedute analisi e prese di posizione autorevoli, estremamente critiche verso lo stato della detenzione amministrativa, ma anche esse sono state completamente ignorate nel lavoro ministeriale, mentre entro la fine del corrente anno la Commissione europea dovrà verificare lo stato di attuazione della direttiva rimpatri negli Stati membri.

E’ in questa situazioneche si colloca la decisione di pubblicare un documento programmatico sui C.I.E. da parte di un governo “tecnico” dimissionario, quasi a voler tracciare un programma ammantato di apparente tecnicismo, e quindi buono per tutte le incerte stagioni che verranno.

ASGI chiede che il Ministero dell’interno e le Istituzioni governative e parlamentari non tengano conto del DocumentoProgrammatico sui CIE, che manifesta la totale ignoranza delle effettive criticità della detenzione amministrativa e auspica che venga istituita una Conferenza nazionale, nella quale siano coinvolte le associazioni, le Commissioni parlamentari, i partiti, con l’obiettivodi predisporre un programma serio e concreto di superamento del sistema dei CIEe di riforma della legislazione in materia di immigrazione. (Asgi, 23 aprile 2013)

  L’analisi dell’Asgi: http://www.asgi.it/public/parser_download/save/1_013_documento_asgi.su.cie_analisi.pdf

http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=2686&l=it

http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=2682&l=i

http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=2678&l=it

http://www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/comunicati/comunicati_2013/2013_04_16_precisazioni_cie.html_8783071.html 

http://www.asgi.it/public/parser_download/save/1_013_doc_cie_documenti.pdf

http://www.asgi.it/public/parser_download/save/1_013_documento_asgi.su.cie_analisi.pdf

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