IL GOVERNO INSISTE SULLA GIUSTIZIA? ALLORA "PROCESSO BREVE" PER DAVVERO ! MODENA, AD ESEMPIO

27 Ott 2010

Modena, 27 ottobre 2010

 

 

 

 

La grave crisi economica, l’aggravarsi della situazione occupazionale, l’erosione dei redditi delle famiglie e del livello dei servizi sociali, non rappresentano tuttora le priorità del Governo.

La principale preoccupazione e ossessione del Premier e del suo Guardasigilli, resta la cosiddetta riforma della Giustizia, riproposta con fermezza ancora in questi giorni (Lodo Alfano a parte) sotto forma di “processo breve” e legge per l’abbattimento delle intercettazioni.

In verità, il sistema giudiziario italiano soffre per ben cinque colpi durissimi inferti con le recenti manovre finanziarie: tagli alle spese per la giustizia del 22% nel 2009; del 30% nel 2010; del 40% nel 2011; riduzione del 10% degli organici del personale addetto al sistema giudiziario; blocco delle assunzioni.

Ci pare evidente che per imboccare la strada giusta nell’interesse dei cittadini e non punitiva per i giudici e gli operatori giudiziari, occorrerebbe ripartire proprio dallo stato di estremo bisogno di risorse reali; altrimenti è come mettere sabbia nel funzionamento dell’intera macchina giudiziaria con ulteriori rallentamenti a scapito del diritto costituzionale del cittadino, sia vittima e sia imputato di reati.

Il “processo breve” e giusto a Modena come si potrebbe realizzare? Per ottenere una giustizia che risponde e non archivia ?

Premesso che, in generale, il sistema nel nostro Paese è già nelle condizioni di definire in 1° grado – per ogni giudice – mediamente oltre 410 cause civili e 180 cause penali, con una produttività superiore a Francia e Germania, nonostante la metà di giudici disponibili in rapporto agli abitanti .

Ed ancora, almeno per Modena, va riconosciuto che la durata media di un processo civile o penale, è al di sotto della media nazionale.

Per cercare di avere il nostro “processo breve” a Modena, occorre partire dai dati relativi al consolidato 2009 :

1) la Procura modenese, in quanto ad organici, presenta uno dei più bassi rapporti fra magistrati e personale tecnico ed amministrativo (1/3,5) ponendo Modena al 3° ultimo posto in regione, pur essendo – per carico di lavoro – subito dopo Bologna che è, peraltro, sede di Distretto antimafia.

2)  a Modena mancano ben cinque unità fra magistrati e vice procuratori onorari.

3) a Modena, comprese le sedi giudiziarie decentrate in provincia, per quanto riguarda il personale amministrativo e specializzato, le carenze sono pesantissime: tra Procura e Tribunale, mancano una sessantina di unità !

4) quasi peggio, per quanto riguarda l’entità dei fondi assegnati:

    – fondo azzerato per la gestione automezzi;

    – solamente “alcune decine” di buoni benzina da ben 10 euro ciascuno;

    – una sola auto in assegnazione (a noleggio) a fronte della molteplicità delle sedi giudiziarie di Modena e provincia;

    – una decurtazione selvaggia per quanto riguarda le spese di funzionamento degli uffici (e le fotocopie) : meno di ventimila euro nell’intero anno!

5) per quanto riguarda la strumentazione, nonostante il 70% dei computer “fuori garanzia”, è da segnalare un buon livello di informatizzazione delle procedure giudiziarie modenesi (anche se resta una modalità cartacea ancora diffusa).

Gli sforzi sono stati notevoli ed all’avanguardia per la gestione digitale dei fascicoli e la creazione di un archivio informatico, grazie alla Convenzione recentemente sottoscritta fra Procura, Tribunale ed Enti territoriali modenesi.

6) restano pesantissimi i debiti che il Ministero ha cumulato verso il Comune di Modena che ha anticipato spese relative all’edilizia giudiziaria per oltre 5 milioni di euro.

7) anche per la nostra realtà territoriale, è più che matura la necessità di una efficace ed urgente revisione della “geografia giudiziaria” . Sono tanti gli Uffici periferici distribuiti in provincia ( e sul territorio nazionale): Modena, Mirandola, Pavullo, Sassuolo, Carpi, Finale…

Il tanto invocato “processo breve” a Modena si potrebbe realizzare mettendo mano ai seri e concreti investimenti sopracitati, definendo una credibile tabella di marcia che li soddisfi nel giro dei prossimi 2-3 anni.

O “questo” processo breve, in realtà, non interessa ?

Meglio poi accantonare l’argomento “intercettazioni” telefoniche, strumentalmente agitato da Governo e Ministri,in nome della loro invasività numerica, del costo e della privacy violata del cittadino.

Nella nostra provincia (assumiamola come test) nell’intero anno trascorso, sono state decretate circa 500 intercettazioni; un numero forse poco ridondante a fronte di migliaia di procedimenti, e con risultati oltremodo decisivi per l’efficacia di importantissime indagini per truffe, evasioni, corruzione, infiltrazioni malavitose, ricettazione, ecc…

Per quanto riguarda il loro costo, è da segnalare la positiva attenzione al risparmio,in quanto l’onere di ogni intercettazione modenese si è ridotto di quattro volte negli ultimi 5 anni.

La tutela della privacy? Non risultano, a Modena,in tutti questi anni, denunce o querele di cittadini per lamentare intrusioni nella loro sfera privata , se si prescinde dal camorrista di Castelfranco che scrisse al Presidente Napolitano per lamentare l’eccessivo controllo telefonico e poliziesco !

 

 

 

 Franco Zavatti, Cgil Modena- Dipartimento legalità e sicurezza Cgil Emilia-Romagna

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