12 Dic 2011
IL MIRACOLO DEL SUD CHE (ANCORA) NON ESPLODE
di Ciro Spagnulo
Il Sud è una polveriera che non esplode. Per miracolo. Ma il miracolo rischia di cessare. Alla lunga nemmeno i santi potrebbero evitare che il sole asciughi le polveri bagnate dalla rassegnazione. La crisi ha acuito le sofferenze di sempre, reso più difficili le alternative, anche la solita di scappare al Nord, giacché pure il Nord è in affanno. Ma ugualmente partono in 80 mila all’anno. Soprattutto giovani. Giovani diversi dai nonni e dei padri che li hanno preceduti con le valige di cartone perché hanno il pezzo di carta, il titolo di studio al quale hanno affidato ogni speranza. Partono comunque perché comunque al Sud è peggio, come impietosamente conferma lo Svimez con i suoi rapporti. Al Sud, sintetizzava lo Svimez quest’estate, si arranca. Stagnano i consumi e sono deboli gli investimenti. Due giovani su tre sono disoccupati. Più del 30% dei laureati under 34 non lavora e non studia. E si soffermava soprattutto sui giovani, perché “la questione generazionale italiana diventa… emergenza e allarme sociale nel Mezzogiorno”. L’urgenza di impostare una politica nazionale che alleggerisca la sofferenza del Sud è stata richiamata di recente dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Se è vero, infatti, che il Sud paga le conseguenze di arretratezze strutturali e di una crisi che è globale, è anche vero che gli anni coincisi con i governi Berlusconi hanno peggiorato la situazione del Mezzogiorno con la sottrazione di risorse e la rinuncia a progetti di rilancio e sviluppo (il Piano per Sud è una “bufala”, ha detto più volte la Cgil). Come il Presidente della Repubblica anche noi speriamo che il nuovo Governo riservi uno spazio significativo a una vera agenda programmatica che miri a correggere ritardi e squilibri territoriali. La creazione del nuovo ministero della Coesione sociale indica che l’esecutivo Monti ha forte la consapevolezza che senza il Sud non ci sono prospettive per l’Italia. Ma la manovra appena approvata,depressiva come quelle dei mesi scorsi, soprattutto per le popolazioni meridionali, non va nella direzione necessaria.