12 Mar 2013
di Ciro Spagnulo
Stanco di sopravvivere. E’ per questo che a Crotone nei giorni scorsi si è suicidato un uomo eritreo di 32 anni. Si trovava nella città calabrese per rinnovare il permesso per protezione sussidiaria ed alloggiava in un casolare abbandonato. La sua morte è una denuncia del livello di accoglienza che l’Italia offre a chi bussa alla sua porta in cerca di protezione. Sempre in Calabria, a Cosenza, tre immigrati hanno perso la vita a causa della stufa mal funzionante con cui cercavano di difendersi dal freddo: una tragedia della povertà. Nessuno dovrebbe morire di disperazione, di povertà. Ma continua ad accadere. Accade anche agli italiani. Ma che si tratti di italiani o di stranieri le loro vite, le nostre vite, non entrano nel teatrino della politica. Neanche nel teatrino di quelli che gridando “vaffa…” pensano di essere il nuovo, ma intanto sfuggono ai compiti che essi stessi si sono addossati. Il nuovo è uno scatto di responsabilità che porti finalmente a occuparsi delle persone.