14 Set 2009
Intervistato da La Stampa, il procuratore di Torino Giancarlo Caselli denuncia l’insufficienza delle risorse per far fronte ai processi per il reato di clandestinità. Caselli, inoltre, evidenzia gli ulteriori carichi di lavoro che il nuovo reato pone sulle spalle della polizia giudiziaria, che così dovrà distogliere risorse ed energie dalla repressione di altri reati e da altri compiti. “E tutto per una sanzione pecuniaria assai tenue che dovrà essere notificata a una persona presumibilmente irrintracciabile”.
Fonte: La Stampa, domenica 13 settembre 2009