20 Apr 2011
Modena, 20 aprile 2011
I dati dell’Osservatorio provinciale sul mercato del lavoro, letti dal versante dei lavoratori edili, sono ancora più inquietanti e foschi. Infatti nel nostro settore, le storture prodotte sul mercato del lavoro dalla legge Maroni, erroneamente chiamata legge Biagi, inducono una precarizzazione ulteriore dei rapporti di lavoro in un settore già di per sé molto precario.
La crisi ha ulteriormente enfatizzato elementi di precarietà, che nel nostro settore sono, molto spesso, anche indice di dequalificazione del processo produttivo. Anche il dottor Pasculli, responsabile dell’Osservatorio Appalti che ha presentato martedì scorso i dati del monitoraggio che effettua nell’ambito degli appalti in edilizia, ha denunciato la crescente presenza di lavoratori a “partita Iva”, esempio estremo di precarizzazione associata a mancanza assoluta di diritti.
Di fronte a questo quadro colgo con assoluto favore le valutazioni del direttore di Confapi Pmi, dottor Fogliani, di indagare, come via possibile di uscita da questa situazione, le proposte che da tempo Pietro Ichino va sostenendo, anche attraverso la presentazione del “Progetto Semplificazione” (disegni di legge n. 1872 e 1873) e del “Progetto Flexsecurity” (disegno di legge n. 1481.
Non so se queste innovazioni rappresenterebbero riforme di portata storica, sicuramente ci porterebbero, se applicate, agli standard dei paesi europei più avanzati.
Ichino per altro non fa mistero di ispirarsi, ad esempio, al modello danese per quanto riguarda la sua proposta di riforma del trattamento di disoccupazione e dei servizi di assistenza per la ricollocazione, che prevedono, ad esempio, un’indennità di disoccupazione per quattro anni di valore decrescente dal 90% dell’ultima retribuzione per il primo anno, all’80% per il secondo, al 70% per il terzo e al 60% per il quarto.
Le proposte di Ichino intervengono anche sul tema delle partite Iva. Per i collaboratori autonomi che rientrano nella definizione del “lavoro economicamente dipendente”, come evidentemente sono le partite Iva in edilizia, è prevista una parificazione sostanziale con il lavoro subordinato, sia sotto il profilo previdenziale, sia sotto quello della protezione della continuità del lavoro e del reddito.
L’applicazione dell’insieme delle proposte di Ichino all’insieme delle imprese, sia quelle sopra che sotto i 15 dipendenti, assesterebbe un colpo decisivo al dumping competitivo, che la pletora di opzioni contrattuali e legislative, di fatto determinano, inducendo ad una rincorsa al ribasso da parte delle imprese che in questo modo immaginano di salvaguardare la propria competitività.
La legge Maroni (detta legge Biagi), nell’ipotesi si approvassero le proposte di Ichino, dovrebbe essere per intero abrogata e questo, di per sé, è già un indiscutibile pregio della proposta Ichino.
Sauro Serri
segretario sindacato edili Fillea/Cgil Modena