IL VII RAPPORTO IMMIGRAZIONE IRES-CGIL

28 Mag 2014

 

Giunto alla sua settima edizione, il rapporto Ires-Cgil pubblicato da Ediesse analizza il fenomeno immigrazione attraverso tre concetti chiave: il lavoro, la cittadinanza e la rappresentanza. L’immigrazione non può essere considerata un evento casuale da gestire in modo «emergenziale» ma va interpretata e affrontata come un fenomeno strutturale complesso, tanto sul piano nazionale che su quello europeo. Tra gli argomenti trattati: il mercato del lavoro immigrato negli anni della crisi, le condizioni di lavoro degli stranieri, la presenza degli immigrati nella Cgil, le azioni a tutela dei lavoratori immigrati, la partecipazione politica degli immigrati e il ruolo delle seconde generazioni e, infine, le politiche per l’immigrazione e la cittadinanza, in Italia e in Europa.

Gli immigrati iscritti alla Cgil sono circa 410.000, rappresentano oltre il 9% del totale dei tesserati. “La Cgil -scrive Vera Lamonica, segretaria confederale Cgil, nell’introduzione- è un luogo in cui si prova a praticare l’integrazione. Per questo vogliamo rafforzare il percorso di una maggiore presenza in tutti i luoghi dell’organizzazione, dalle rsu agli organismi dirigenti locali e nazionali”.

In un’indagine condotta su 42 Camere del lavoro, spiega l’Ires, le categorie in cui la percentuale degli iscritti stranieri è più significativa sono: la Filt (trasporti) con il 28,4%, la Fillea (edili) con 27,3%, la Flai (agroalimentare) con 27,1%, la Nidil (atipici) con 24,7% e la Filcams (terziario) con il 20,8%.

Complessivamente, si legge ancora nel VII Rapporto Ires su immigrazione e sindacato, il 29% degli iscritti alla Cgil con meno di 25 anni è straniero, mentre nella fascia di età compresa tra i 26 e i 35 anni la percentuale è del 27,5%. E a livello di categoria il dato tocca punte altissime in questa fesce d’età, quindi tra i giovani, soprattutto nella Filt, dove praticamente uno su due è straniero, nella Fillea e nella Flai.

“Appare evidente -scrive Kurosh Danesh nel suo saggio contenuto nel Rapporto- come tra i giovani stranieri ci sia una domanda di sindacato molto più forte che tra i giovani italiani e come questo patrimonio vada assolutamente valorizzato”.

A livello territoriale, le province con il più alto tasso di sindacalizzazione degli stranieri sono Trieste (27,9% degli stranieri, ma bisogna tener conto anche dei transfrontalieri), Forlì Cesena, Belluno e Ravenna (20%). Dal punto di vista della nazionalità, i meno interessati al sindacato sembrano gli asiatici (cinesi, indiani e filippini). I rumeni rappresentano la comunità più numerosa, ma in relazione al numero di soggiornanti in Italia, nel sindacato, sono sottodimensionati. Più interessati e partecipativi, invece, gli africani e i lavoratori provenienti dagli stati balcanici.

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