Immigrati, la realtà supera i dati ufficiali/Rassegna.it

05 Giu 2009

L’Eurispes ha analizzato il volume delle rimesse, il tasso di imprenditorialità degli stranieri e le ispezioni sul lavoro. “Il fenomeno dell’immigrazione è più ampio di quanto le fonti ufficiali non lascino supporre”

 Il numero di stranieri presenti sul territorio italiano è superiore ai dati ufficiali relativi ai residenti. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Eurispes. L’istituto è arrivato a questa conclusione esaminando i dati sulle rimesse (il denaro inviato dagli stranieri nei paesi di origine), sul tasso di imprenditorialità e sulle ispezioni nei luoghi di lavoro elaborando i dati della Banca d’Italia e dell’Istat.

L’analisi è stata diffusa in occasione del lancio di “Lookout Immigrazione”, un Osservatorio permanente costituito dall’Eurispes sotto la direzione di Claudio Martelli.

l’Eurispes negli anni ha ribadito come il fenomeno dell’immigrazione fosse più ampio di quanto le fonti ufficiali non lasciassero supporre. Accanto alle statistiche ufficiali sull’immigrazione, l’Eurispes nel gennaio 2006, segnalava come la presenza straniera in Italia fosse arrivata a quota 4 milioni con una quota di immigrati clandestini presenti nel nostro Paese di almeno 800.000 unità. Si tratta di un dato che negli ultimi anni ha evidentemente seguito un trend di crescita.

Ne è la riprova – secondo l’istituto – il cosiddetto “Decreto flussi 2007” con il quale la richiesta di ingressi in Italia ha trovato espressione in 683.799 domande inviate per l’assunzione di lavoratori extracomunitari non stagionali, domanda soddisfatta solo per un quarto dall’offerta di 170mila ingressi. Secondo l’Eurispes “è possibile ipotizzare anche in questo caso che gran parte della domanda residua cerca soddisfazione attraverso canali paralleli illegali che fanno dell’immigrazione clandestina un vero e proprio business per le organizzazioni criminali, che si basa, più che sugli sbarchi sulle nostre coste, su un modello di sofisticazione collaudato fatto di espedienti come le finte assunzioni, la creazione di documenti falsi, una fitta rete di copertura per il mantenimento della condizione di clandestinità degli immigrati sul nostro territorio”.

I dati sulle rimesse
Nel corso degli ultimi anni si è registrata una crescita sostenuta del valore delle rimesse, ovvero della quantità di denaro che gli stranieri residenti in Italia inviano alle proprie famiglie nei paesi di origine. In particolare, l’indagine evidenzia che nel 2007 i canali ufficiali di intermediazione monetaria hanno visto transitare oltre 6 miliardi di euro dall’Italia verso i paesi esteri, pari al 33,4% in più rispetto allo stesso dato del 2006 e di poco superiore a 4,5 miliardi di euro.

Il primato per valore delle rimesse spetta al Lazio (1,5 miliardi di euro, +36,1% rispetto al 2006), alla Lombardia (1,2 miliardi di euro, +27,9% rispetto al 2006) e alla Toscana (867 milioni di euro, +120% rispetto al 2006), mentre in tutte le altre regioni il valore delle rimesse è inferiore a 500 milioni di euro, con valori compresi tra 400 milioni di euro del Veneto (+30,7% rispetto al 2006) e 7,3 milioni di euro della Valle d’Aosta (+5,8% rispetto al 2006).

Secondo le statistiche ufficiali – prosegue l’analisi -, nello stesso periodo di riferimento, la popolazione straniera residente in Italia è cresciuta del 16,8%, passando da 2,9 milioni di abitanti (2006) a 3,4 milioni di abitanti (2007). La regione con la maggiore presenza di stranieri è la Lombardia (815.000 residenti, +11,9% rispetto al 2006), seguita dal Veneto (403.000 residenti, +15,4% rispetto al 2006), dal Lazio (390.000 residenti, è18,4% rispetto al 2006) e dall’Emilia Romagna (365.000 residenti, +15% rispetto al 2006). In queste prime quattro regioni si concentra il 60% circa della popolazione straniera, contro il 40% circa di tutte le altre Regioni, con valori compresi tra i 310.000 stranieri residenti in Piemonte (+23,1% rispetto al 2006) e i 6.200 stranieri residenti in Molise (+29,7% rispetto al 2006).

L’importo medio delle rimesse che ciascun straniero invia dall’Italia al proprio paese di origine tramite i canali ufficiali di intermediazione monetaria (ottenuto rapportando il valore complessivo delle rimesse alla popolazione straniera residente) è cresciuto del 14,3% tra il 2006 e il 2007, passando da 1.541 a 1.761 euro.

Secondo l’Eurispes lo stesso valore pro-capite delle rimesse, calcolato a livello di singola regione, evidenzia: importi medi superiori al dato nazionale nel Lazio (4.024 euro nel 2007, +14,9% rispetto al 2006), in Toscana (3.154 euro nel 2007, +87,4% rispetto al 2006), in Campania (2.446 euro nel 2007, +6% rispetto al 2006) e in Sardegna (2.226 euro nel 2007, -5,8% rispetto al 2006); importi compresi tra i 1.000 e i 2.000 euro in 12 Regioni, localizzate prevalentemente nel Sud (Calabria, Puglia, Basilicata, Molise) e Nord-Ovest (Liguria, Lombardia, Valle d’Aosta); importi medi pari o inferiori a 1.000 euro in Umbria, Piemonte, Marche, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.

È legittimo ipotizzare che il valore pro-capite delle rimesse piuttosto basso (140 euro circa al mese), le notevoli differenze riscontrate a livello regionale (con importi medi delle rimesse pro-capite comprese tra 650 e 4.000 euro) e le forti oscillazioni registrate in un solo anno (+87,4% in Toscana, -29,8% in Calabria) siano attribuibili sia all’uso di canali di intermediazione informali per il trasferimento di somme dall’Italia ai paesi di origine sia alla presenza sul territorio di un numero di stranieri superiore rispetto al dato ufficiale relativo ai soli residenti.
Ad avvalorare tale ipotesi sarebbe, per l’Eurispes, il dato relativo all’importo medio delle rimesse per paese di origine, che mostra, tra il 2006 e il 2007, oscillazioni difficilmente attribuibili alla sola crescita, per altro contenuta, del numero ufficiale di residenti stranieri.

Il tasso di imprenditorialità
Un secondo indicatore che mette in discussione il dato relativo alla presenza di stranieri in Italia è dato dalla differenza riscontrata nel tasso di imprenditorialità di italiani e stranieri, inteso come rapporto tra popolazione residente e imprese registrate. Secondo le ultime stime, la popolazione residente in Italia è pari a circa 60 milioni di abitanti, dei quali 56 milioni di italiani e 4 milioni di stranieri, mentre il numero di imprese registrate (oltre 6 milioni tra imprese individuali, società di capitali, società di persone e altre forme giuridiche) è suddiviso in 5,5 milioni di imprese con titolare italiano e 575.000 imprese con titolare straniero. Rapportando la popolazione residente alle imprese registrate, si nota come il tasso di imprenditorialità per gli italiani è di una impresa ogni 10 abitanti, notevolmente inferiore quindi rispetto a quello relativo ai soli stranieri, che è di una impresa ogni 7 abitanti.

Ancora più interessante, per l’Eurispes, è il dato relativo alla popolazione cinese e alle imprese registrate in Italia con titolare cinese: a fronte di un numero ufficiale di 174.000 residenti con cittadinanza in Cina e 46.237 imprese registrate con titolare cinese, il tasso di imprenditorialità risulta essere di una impresa ogni 4 abitanti: vale a dire quasi una impresa per famiglia residente.

Le ispezioni sul lavoro
Come ulteriore elemento di riflessione si considerino, inoltre, i risultati delle ispezioni svolte nel corso del 2007 dai circa 3.700 ispettori in forza al Ministero del Lavoro.
L’ispezione di circa 197.000 aziende (il 4% delle imprese attive in Italia nel 2007) ha portato ad identificare 66.544 lavoratori stranieri occupati, il 20% (13.087) dei quali stranieri irregolari (in nero) e il 6% (3.844) stranieri irregolari e privi del permesso di soggiorno.

Conclude l’Eurispes: “proiettando il dato relativo alla presenza di lavoratori irregolari nelle aziende ispezionate sul numero complessivo di imprese attive in Italia nel periodo considerato (oltre 5 milioni), si otterrebbe un numero di stranieri occupati irregolari superiore a 340.000 individui, dei quali circa 100.000 privi del permesso di soggiorno”. (rassegna.it, 4 giugno 2009)

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