IMMIGRAZIONE E LAVORO SOMMERSO

12 Nov 2014

 

Il sommerso rappresenta il 14,5% dell’occupazione nazionale. La stima della quota di irregolari sul totale delle unità di lavoro risulta pari al 7,6% nell’industria in senso stretto, al 13,5% nelle costruzioni e al 16,1% nell’insieme dei servizi. All’interno di questi ultimi si registra un valore particolarmente alto (47%) nel comparto delle attività di servizio alla persona, che risente dell’elevata incidenza di lavoratori non regolari nel settore del lavoro domestico e di cura, settore in cui è altrettanto significativa la presenza di lavoratori immigrati. Riguardo al resto del terziario, la quota di irregolari è relativamente elevata nel comparto del commercio, trasporti e servizi di alloggio e ristorazione (con il 15,1%), mentre risulta inferiore al 10% negli altri campi. Il sommerso rappresenta la parte preponderante dell’economia non osservata, la cui incidenza complessiva sul PIL è pari al 12,4%.

Sono dati Istat presentati nei giorni scorsi a Roma nel corso del Convegno nazionale “Immigrazione e lavoro sommerso: azioni di prevenzione, contrasto e politiche attive”, promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e realizzato da Italia Lavoro.

Un primo obiettivo del convegno è stato quello di approfondire e aggiornare la conoscenza del fenomeno del lavoro sommerso, attraverso la presentazione delle ricerche condotte a livello istituzionale e il confronto sulle esperienze realizzate nei territori.

Altro obiettivo è stato quello di definire nuove proposte di intervento a livello sia nazionale, sia territoriale.

Nella relazione introduttiva, il Direttore Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione Natale Forlani ha evidenziato come le analisi confermino l’esigenza di cambiare profondamente le nostre politiche di immigrazione, ponendo al centro degli interventi azioni mirate a contrastare i fenomeni illegali e a rafforzare le politiche attive del lavoro.

Tali azioni mirano primariamente a rendere sostenibile la permanenza delle persone già regolarmente soggiornanti e a favorire il reinserimento nel mercato del lavoro degli immigrati disoccupati, con una particolare attenzione alle persone con familiari e minori a carico, che rappresentano una parte preponderante degli individui in povertà o a rischio di diventarlo, soprattutto nelle regioni del Centro e del Nord Italia.

Le indagini presentate da Italia Lavoro, ISFOL e INPS hanno infatti evidenziato le profonde trasformazioni delle caratteristiche del lavoro irregolare degli immigrati che, diversamente rispetto al passato, coinvolge prevalentemente persone regolarmente soggiornanti in Italia e cittadini neocomunitari che accedono liberamente al nostro mercato del lavoro. Un lavoro irregolare significativamente influenzato dalla forte crescita della disoccupazione, anche nella componente immigrata del mercato del lavoro

image_print

Articoli correlati

23 Lug 2025 crediti formativi universitari

CASO EDUCATRICI UNIMORE: ARRIVA LA SANATORIA. RISULTATO IMPORTANTE GRAZIE AL TEMPESTIVO INTERVENTO CGIL

Il tempestivo intervento dei sindacati Flc e Fp Cgil sul caso dei crediti mancanti degli educatori ha portato a un […]

23 Lug 2025 carenza organico

APERTO LO STATO DI AGITAZIONE DEL PERSONALE DELLA PROCURA DI MODENA

Il sindacato Fp Cgil ha aperto formalmente lo stato di agitazione dei dipendenti della Procura della Repubblica di Modena per […]

22 Lug 2025 cgil modena

IL SEGRETARIO CGIL DANIELE DIECI: LA CONSULTA CONFERMA LA NOSTRA RICHIESTA DI REFERENDUM

“La Corte Costituzionale ha giudicato incostituzionale mantenere il tetto delle sei mensilità di risarcimento in caso di licenziamento illegittimo. Esattamente […]