28 Ott 2015
Modena, 28 ottobre 2015
Di buone regole ed ancor più di “buone pratiche”, finalizzate ad incoraggiare l’economia pulita e contrastare quella malavitosa e la corruzione, ce n’è urgente bisogno.
Gli esempi positivi e possibili però ci sono. Vanno estesi e tradotti in pratica dalle Istituzioni locali – nel governo degli appalti – e ,sopratutto, dal sistema delle imprese ancora troppo refrattario.
Un settore delicato ed esposto ai rischi del malaffare, resta quello degli appalti per lavori pubblici.
L’intervento incalzante e documentato del Sindacato, sta ottenendo risultati.
Ad esempio : sul tappeto c’è l’iter parlamentare del testo di legge per il recepimento delle sacrosante Direttive Europee sui contratti per lavori, servizi e forniture pubbliche.
Un iter che ha dovuto tener conto della puntuale proposta di legge di Iniziativa Popolare, organizzata dalla Cgil, e poi della piattaforma nazionale unitaria, presentata da Cgil-Cisl-Uil.
Oggi alla Camera è finalmente in discussione un testo che recepisce proposte importanti del Sindacato: superamento del massimo ribasso; accorpamento e qualificazione delle stazioni appaltanti; vincoli e trasparenza per i subappalti; rispetto dei contratti nazionali di lavoro; esclusione delle offerte anomale; misure “premiali” per le imprese pulite ed in regola.
Merita un approfondimento questo ultimo aspetto.
Finalmente, pare che la prossima legge proporrà misure di sostegno e di “premialità” – concordate con l’Anac/Anticorruzione – per sostenere ed avvantaggiare le imprese col timbro di “rating di legalità” iscritte nell’Albo speciale gestito dall’Antitrust.
Però.
Siccome quel timbro di rating,vagliato e concesso dall’Antitrust, avviene dopo domanda “volontaria” da parte dell’impresa, finora può vantare però pochissime adesioni. Goccioline nel mare.
Un riconoscimento ben monitorato per la regolarità fiscale, contributiva ed antimafia delle imprese – decollato col gennaio 2013 – ma che fatica ad essere apprezzato e praticato dalle imprese medesime.
Ad oggi, in tutta Italia, solamente 778 sono i timbri di rating richiesti ed attribuiti !
La nostra regione Emilia Romagna è in testa…ma con 151 ditte passate al vaglio Antitrust !
Briciole, rispetto alle parecchie decine di migliaia delle nostre aziende operative.
La provincia di Modena è prima – in rapporto al numero di imprese – con ben…23 aziende iscritte, poi viene Bologna, Reggio, Ravenna…Piacenza con 4 !
Le encomiabili 23 ditte modenesi sono per lo più della tipologia Srl, poi vengono le Spa e le Cooperative, al netto della esclusione di Cpl dopo le recenti vicende giudiziarie.
Circa la metà concentrate nel Comprensorio sassolese, 7 in città e le restanti sparse per la provincia.
Per lo più “medie” imprese – basta scorrere le sigle emiliane e modenesi – e pochissime quelle grandi.
C’è sottovalutazione evidente. Una ragione in più per spingere, e spingeremo, affinché anche il prossimo nuovo Testo Unico sugli Appalti, che per prima la nostra Regione sta preparando, preveda esplicitamente incentivi e “norme di favore” nella assegnazione dei lavori, per le imprese richiedenti l’ammissione negli elenchi di regolarità e legalità.
Un passo di qualità e distinzione che dovrebbe spingere ad un maggior attivismo le Associazioni imprenditoriali a sostegno esplicito di queste misure: da Confindustria, Confimi, Cna, Alleanza Coop.
Etica, legalità nel lavoro e leale concorrenza, vanno dichiarate, ma ancor più spinte e sapientemente incentivate.
Franco Zavatti, Cgil Modena-responsabile legalità e sicurezza Cgil Emilia-Romagna