INDAGINE FLC CGIL SU “PANDEMIA E QUALITA’ DEL LAVORO NELLE SCUOLE MODENESI”: RITARDI STRUTTURALI, AUMENTO DEI CARICHI DI LAVORO, DIFFICOLTA’ DELLA DAD

04 Apr 2022 flc, indagine, ires, modena, pandemia, qualità del lavoro, scuola,

E’ stata presentata oggi in conferenza stampa l’indagine Ires Cgil Emilia Romagna “Pandemia e qualità del lavoro nella scuola in provincia di Modena” promossa dal sindacato Flc/Cgil.
L’indagine ha coinvolto 638 lavoratrici e lavoratori, in maggioranza donne (85,1%). Di questi, i docenti sono l’82,1%, il 17,9% sono collaboratori scolastici assistenti tecnici e amministrativi (Ata).
L’indagine ha coinvolto sia il personale a tempo indeterminato (76,2%) che quello con contratti precari. Lavora nella scuola da oltre 20 anni poco meno della metà degli intervistati (45,8%).
Sulla qualità del lavoro i punti di criticità emersi sono la crescita professionale, il carico di lavoro e la retribuzione. Mentre gli aspetti di maggiore soddisfazione riguardano la relazione con gli studenti, le famiglie e i colleghi di lavoro, e la coerenza del lavoro con i propri interessi e le proprie passioni.
La pandemia ha reso evidenti i ritardi strutturali e infrastrutturali (programmi di apprendimento, aule scolastiche, personale docenti e collaboratori, ecc…) e di organico della scuola, inoltre il 67,5% degli intervistati segnala che soprattutto nella prima fase, in assenza di linee guida, si è lavorato peggio.

Approfondendo le relazioni interpersonali durante la pandemia il 40% degli intervistati ritiene che siano peggiorate soprattutto nei confronti di famiglie e studenti. Si evidenza un peggioramento delle relazioni interpersonali soprattutto negli uomini nel rapporto con gli studenti e i colleghi, nei più giovani e con meno anzianità lavorativa nel confronto con studenti e famiglie. Peggioramento più diffuso nella scuola secondaria di I grado e II grado nella relazione con gli studenti, e nella scuola primaria nella relazione con il dirigente.

Tra i punti di maggiore criticità si segnala un aumento dei carichi di lavoro secondo 85,1% degli intervistati e un aumento del tempo di lavoro secondo il 75,7%. In particolare, si segnala che più della metà degli intervistati, il 50,7%, registra una minore possibilità di poter scegliere i tempi del proprio lavoro, il 46,9% segnala meno possibilità di come poter organizzare il proprio lavoro, mentre il 39,5% denuncia meno possibilità di scegliere gli obbiettivi del proprio lavoro. Considerando che la maggior parte degli interessati sono docenti che svolgono lavoro intellettuale imperniato sulla libertà di insegnamento è evidente come gli effetti della pandemia abbiano modificato e limitato le caratteristiche della professione.

Molti hanno segnalato anche l’aumento del tempo di connessione per motivi di lavoro, come ad esempio e-mail, WhatsApp e altri strumenti digitali (69,8%), l’aumento delle pratiche burocratiche (67,7%) e la duplicazione delle attività da svolgere (64,7%).

Sul capito Dad (didattica a distanza), quasi la metà degli intervistati pensa che indebolisca l’autorevolezza dell’insegnante questo in particolare a causa dell’interferenza delle famiglie nello svolgimento dell’attività didattica. Pertanto, se la stragrande maggioranza degli intervistati, l’86,2%, riconosce che la Dad abbia rappresentato un’opportunità per riuscire a mantenere rapporti con gli studenti, il 76,8% denuncia però come la relazione con gli stessi sia stata meno empatica e spesso si sia dovuto procedere ad una sorta di improvvisazione a causa delle difficoltà di prevedere il tempo necessario per un’adeguata riprogrammazione della didattica come denuncia l’83,8% degli intervistati.

Rispetto ai temi della salute e sicurezza, metà degli intervistati (50,2%) lavora in condizioni ambientali disagiate (ambienti non adeguati, aule sovraffollate, difficoltà nei collegamenti…). Fisicamente è stanco il 69,8% e ansioso il 45,3%.
Sul riconoscimento sociale un dato che fa riflettere è quello degli insegnanti under 30 che si sentono meno valorizzati dalle famiglie e dalla società in generale.
Meno della metà (42,7%) ha partecipato a momenti formativi legati alla gestione dell’emergenza sanitaria.

Cosa chiedono per il futuro gli insegnanti e il personale della scuola? La maggior parte chiede un aumento degli stipendi, investimenti nelle strutture e infrastrutture nella scuola, assunzione stabile di nuovo personale, seguono investimenti per la formazione, risorse per progetti rivolti agli studenti più deboli e creazione di appositi spazi nella scuola per favorire progressivamente l’abbandono del lavoro da casa.

Modena, 4/4/2022

 

Servizio del Tg Tv Qui Modena, edizione del 4/4/2022

 

Servizio del Tg Trc Modena, edizione delle ore 19.30 del 4/4/2022

 


Fotografie della conferenza stampa con
Fabjola Kodra, ricercatrice Ires Cgil Emilia-Romagna
Claudio Riso, segretario Flc Cgil Modena

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