INFLAZIONE: SINDACATI CHIEDONO TARIFFA SOCIALE PER GAS E LUCE

01 Ago 2008

 Modena, 31 luglio 2008 

 

Per contrastare l’inflazione (Modena ha il tasso annuo più alto della regione) una delle misure da introdurre al più presto è la tariffa sociale anche su gas ed energia elettrica. Lo chiedono Cgil-Cisl-Uil di Modena a seguito della diffusione dei dati sul costo della vita, tornato ai livelli del 1996. Nessun’altro Comune capoluogo dell’Emilia-Romagna ha un tasso tendenziale così alto come Modena. I sindacati ricordano che da mesi segnalano le difficoltà delle famiglie modenesi, in particolar modo quelle a reddito fisso, nel far fronte all’incremento del costo della vita. In sede Cesp (Conferenza socio-economica provinciale) le organizzazioni sindacali stanno chiedendo agli enti locali di promuovere tutte le azioni che, sul tema prezzi e tariffe, siano in grado di aiutare i cittadini più esposti al rischio di povertà. «In quest’ottica abbiamo sollecitato i Comuni ad attivarsi presso le multiutilities (Hera, Aimag e Sorgea) affinché applichino in modo generalizzato la tariffa sociale, oggi prevista solo per l’acqua. La tariffa sociale – spiegano Cgil-Cisl-Uil – è uno strumento che permette di destinare una percentuale dei ricavi ad agevolazioni economiche concesse in base all’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente), il parametro che “misura” il reddito complessivo di una famiglia. Purtroppo finora abbiamo ottenuto risposte parziali che non ci consentono di arrivare a un accordo condiviso». I sindacati hanno qualcosa da dire anche sull’accordo tra Cna ed Hera, presentato l’altro giorno, che prevede risparmi non solo per le imprese, ma anche per le utenze private degli imprenditori e dei loro dipendenti. «Si tratta di un’iniziativa apprezzabile, ma un lavoratore o un datore di lavoro non può essere agevolato solo ed esclusivamente in base all’associazione di categoria a cui appartiene la sua impresa. Le agevolazioni devono essere concesse con meccanismi di equità che individuino prima di tutto le fasce più deboli della popolazione e – concludono Cgil-Cisl-Uil – valutino il bisogno reale delle persone e delle famiglie».

           

           

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