02 Dic 2009
“Mi rivolgo a Lei in questo momento di scontro su un tema cruciale come quello del diritto a vivere la propria religione, per chiederle di farsi promotore nel suo governo e nella sua maggioranza di un’iniziativa per mettere all’ordine del giorno, e finalmente approvare, una legge sulla libertà religiosa”. Lo scrive Livia Turco, capogruppo in commissione Affari sociali della Camera e presidente del Forum immigrazione e politiche sociali del Partito democratico, in una lettere aperta al ministro per i Beni e le attività culturali, Sandro Bondi, pubblicata sul sito www.liviaturco.it.
“Parecchie legislature fa era iniziato l’iter legislativo di un testo in materia – prosegue Turco nella lettera – arrivando alla definizione di una proposta di legge condivisa. Perché non ripartire proprio da quel testo? L’esito del referendum in Svizzera contro un simbolo pacifico come i minareti, espressione più autentica di una grande religione di pace come l’Islam, non può che preoccupare e farci riflettere. Proprio perché la volontà dei cittadini deve essere tenuta in considerazione come da Lei affermato. L’Italia, paese con una profonda tradizione religiosa, conosce bene il valore del sentimento religioso e l’importanza di poterlo esprimere e celebrare in conformità della legge. Gli articoli 8 e 19 della Costituzione esprimono in modo limpido il valore della religione come parte integrante della dignità e libertà delle persone e del suo diritto ad essere celebrato. L’Italia, paese a prevalenza cattolica, sta diventando multi religiosa e la seconda religione italiana è proprio l’Islam. Per un paese civile, che voglia garantire a tutti sicurezza e prosperità, è fondamentale consentire anche ai cittadini di religione islamica di professare la propria fede, di farlo in un quadro di regole certe, coerenti con la nostra Costituzione. Come ebbe a dire il presidente Sarkoszy ‘a essere pericolosi non sono i minareti, sono i seminterrati o i garage che contengono occulti luoghi di preghiera’”.
Sul tema della libertà religiosa interviene anche la vice presidente del Pd per dire che è pericoloso alimentare paure e usare strumentalmente la religione coma fa la Lega. “Una forza di governo”, dice Sereni, dovrebbe porsi prima di tutto l’obiettivo di governare il fenomeno dell’immigrazione e di garantire la civile convivenza tra persone di religione e di cultura diversa. In ogni Paese avanzato si ricercano gli strumenti più idonei per costruire integrazione, rispetto delle differenze e sicurezza per i cittadini”.
“Il ministro dell’Interno, che dovrebbe ricordare di essere ministro della Repubblica prima che uomo della Lega, dice di ‘non avere obiezioni’ allo svolgimento di un referendum in Italia che emuli la consultazione svizzera che ha detto no alla costruzione di minareti. Dovrebbe sapere, il ministro, che la nostra Costituzione prevede il ricorso al referendum soltanto in due casi: per abrogare leggi esistenti e per confermare leggi costituzionali approvate a maggioranza semplice. La Lega – le cui parole insultanti sulla bandiera italiana sono rimaste nella memoria degli italiani – smetta di richiamarsi alle radici cristiane e di usare il crocefisso in maniera demagogica e volgare. Dalla Chiesa viene oggi prima di tutto la preoccupazione per scelte e comportamenti che istigano al razzismo, mettono in discussione la libertà religiosa e dimenticano l’accoglienza come primo dovere morale di una società che voglia chiamarsi progredita”.
Sempre dal Pd Pippo Civati ricorda durante un’intervista a sferapubblica,it che in Italia la Costituzione tutela la libertà di culto. Afferma, inoltre, in merito alla proposta della Lega di inserire il simbolo della croce nella bandiera italiana: “Ho l’impressione che si stia perdendo completamente la trebisonda”. Civati si sofferma anche sull’esito del referendum svizzero sui minareti: “Il messaggio che arriva dalla Svizzera non deve essere raccolto. Abbiamo più di un articolo della Costituzione che tutela la libertà di professare il culto in cui si riconosce una persona. E nessuno può sovvertire questo principio. Mi pare che si stiano strumentalizzando, oltre ogni misura, alcuni simboli che appartengono alla sfera più nobile dell’uomo, quella delle libertà nelle proprie credenze”. E così conclude: “Credo sia molto illiberale negare luoghi di culto, e utilizzare simboli religiosi per brandirli uno contro l’altro. Voglio ricordare che le radici più importanti dell’Europa sono quelle della tolleranza religiosa”.