03 Set 2009
Savignano s/P (Modena), 2 settembre 2009
L’appuntamento del 1° settembre con la direzione aziendale dell’Italcementi, programmato da tempo, ha confermato le preoccupazioni della vigilia.
Le organizzazioni sindacali e i rappresentanti sindacali aziendali hanno dovuto prendere atto, pur non condividendo, e dopo aver tentato tutte le strade per non fare cessare l’attività produttiva, della decisione, attualmente presa dalla Direzione Italcementi, di “rivedere la propria matrice produttiva e distributiva del prodotto”, in poche parole, cessare l’attività del centro di macinazione di Savignano.
Tale decisione è stata motivata con una forte contrazione delle vendite, causata da uno stato di grave crisi del comparto delle costruzioni. Crisi che ha costretto l’azienda a rivedere il proprio assetto e a riformulare le proprie previsioni spostando al 2011 primi segnali di ripresa.
Nessuno dei 33 lavoratori attualmente in forza verrà licenziato, a tutti sarà offerta una nuova opportunità occupazionale all’interno del gruppo, nell’arco di tempo compreso dentro la durata massima dell’intervento della Cassa Integrazione Straordinaria di 24 mesi, che inizierà già dal prossimo 1 ottobre ’09.
Ai lavoratori posti in cassa integrazione verrà corrisposta, in aggiunta al normale trattamento di CIGS, un integrazione salariale da parte aziendale per attenuare i disagi economici.
Il 10 settembre prossimo si svolgerà un ulteriore incontro dove andranno definiti i criteri e le modalità dei trasferimenti e tutte le misure atte a mitigare il disagio dovuto al trasferimento, la misura della integrazione, che l’azienda ha proposto di 500 euro mensili, e che come organizzazioni sindacali abbiamo giudicato ancora insufficienti.
Nei prossimi giorni si terrà l’assemblea dei lavoratori dell’Italcementi a cui verranno prospettati i termini della proposta aziendale e dai quali raccoglieremo le opinioni e le esigenze per proseguire il confronto con la direzione aziendale. Trimestralmente verificheremo, sulla base dell’evoluzioni delle situazioni occupazionali, di mercato e produttive, gli eventuali correttivi a questa proposta aziendale.
Abbiamo infine già convenuto che, al termine dei due anni di CIGS, se ancora vi fossero lavoratori non occupati, verrà attivata una procedura di mobilità -ulteriori 24 mesi- e che all’indennità di mobilità, l’azienda, integrerà una quota mensile non inferiore all’integrazione concordata per il periodo di CIGS.
Pur in un quadro negativo di cessazione di uno stabilimento storico come la Italcementi di Savignano, per i lavoratori ci sarà continuità occupazionale e di reddito, ed in una fase di grave crisi come quella attuale ci pare essere una cosa importante.
FLC Modena