29 Ott 2020 contratto aziendale, contratto integrativo, contratto integrativo aziendale, contratto nazionale, fiom, fox bompani, nidil, somministrati,
Il marketing si basa sulla narrazione. E questa è esattamente la cosa che la Bompani sa fare meglio.
Peccato che dalla narrazione si passa alla realtà e in questa ci sono lavoratrici e lavoratori verso i quali la Bompani apre lo scontro mettendo in discussione i loro contratti, tagliando i salari e creando in azienda un clima da caccia alle streghe. A smascherarsi in questa vicenda è infatti direttamente l’impresa che afferma e scrive in maniera chiara e senza possibilità di equivoci verso i propri dipendenti che “l’azienda non riconosce” l’applicazione dei contratti aziendali. Contratti che la FIOM, come è ovvio che sia, aveva al tavolo di confronto, ma soprattutto che la stessa Bompani sventolava davanti agli occhi. È difficile allora dire che non esiste ciò che si ha in mano.
La FIOM al tavolo ha avanzato una richiesta a totale garanzia delle lavoratrici e dei lavoratori. Sottoscrivere un accordo tra azienda e rappresentanza sindacale per definire le regole del gioco e gli obiettivi del confronto: definire un testo unico degli accordi senza nessuna messa in discussione del salario e dei diritti conquistati e contrattati dal 1971 a oggi.
Richiesta condivisibile se non si ha nulla da nascondere e gli intenti sono corretti. La risposta dell’azienda, invece, è stata chiarissima. Non avrebbe mai potuto sottoscrivere un accordo che gli avrebbe impedito poi di disdettare l’intera contrattazione aziendale.
Ma c’è di più. La Bompani viola palesemente anche il CCNL per le Agenzie di Somministrazione, che espressamente prevede che “al lavoratore [in somministrazione] è corrisposto un trattamento non inferiore a quello cui hanno diritto i dipendenti dell’impresa utilizzatrice [la Fox Bompani] inquadrati al corrispondente livello, secondo la contrattazione collettiva applicata alla stessa”. Nella contrattazione collettiva rientrano anche i contratti aziendali; e oggi la Bompani dichiara anche a mezzo stampa di non applicarli.
Il paradosso alla fine diventa anche questo. Perché la stessa Bompani, che oggi dichiara che quei contratti non esistono, fino al luglio scorso ha sempre riconosciuto ai somministrati (molti dei quali oggi stabilizzati) il salario aziendale contrattato? Cosa sarebbe cambiato da un giorno all’altro?
Sulle contestazioni, poi, non c’è da dire nulla di più dei fatti.
L’azienda ha intanto fatto cassa sui lavoratori trattenendosi complessivamente centinaia di euro. Solo dopo ha avviato le contestazioni ai lavoratori. Per chiarezza: “prima ti trattengo i soldi, e poi ti dico perché l’ho fatto”. Il 6 novembre era già fissato un ulteriore incontro. La Bompani l’ha annullato! La rappresentanza sindacale, invece, conferma la propria piena disponibilità per il 6 novembre.
La vertenza Bompani parla al sistema di impresa del nostro territorio. Si fa imprenditoria non riconoscendo i contratti firmati, tagliando i salari ed esasperando il sistema di relazioni? La CGIL pensa di NO, e su questo pensa si debba interrogare anche tutto il sistema istituzionale.
Fiom Cgil Ferrara e Modena
Nidil Cgil Ferrara e Modena
RSU FOX BOMPANI
Cgil Ferrara e Modena
Modena, 29 ottobre 2020