LA CGIL DI VIGNOLA CELEBRA I 50 ANNI DELLO STATUTO DEI LAVORATORI. UN VIDEO-RACCONTO SUI SOCIAL MEDIA DELLA CGIL MERCOLEDI’ 20 MAGGIO

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Il 20 Maggio segna sul calendario il cinquantesimo anno della legge 300 del 1970, lo Statuto dei Lavoratori, l’ingresso della Costituzione Italiana nei luoghi di lavoro. Per questo importante anniversario la Cgil di Vignola, in collaborazione con gli storici Paola Gemelli e Daniel Degli Esposti, pubblicherà il 20 maggio alle ore 12.00, un video-racconto sui social media della Cgil Facebook e Twitter e sul sito ww.cgilmodena.it per celebrare le lotte delle lavoratrici e dei lavoratori del distretto vignolese.
Il titolo dell’iniziativa è “Lottare per mestiere”, video-racconto proposto da “Allacciati le storie” per far conoscere le lotte del lavoro nel distretto di Vignola tra il Secondo dopoguerra e l’approvazione dello Statuto dei Lavoratori. La narrazione storica ricostruisce con le tecniche della Public History il ruolo delle donne e degli uomini che lottarono per conquistare maggiori diritti e migliori condizioni di lavoro.
Il video-racconto approfondisce, in 4 episodi, alcune delle difficoltà affrontate allo stabilimento della Sipe di Spilamberto nel dopoguerra e negli anni Cinquanta, tra riconversione produttiva, lotte sindacali e licenziamenti politici; ci accompagna nelle campagne del vignolese attraverso le lotte dei mezzadri; racconta le condizioni di lavoro delle cernitrici, tra diritti negati e mobilitazioni sindacali; ripercorre le principali attività dei sindacati locali e le lotte dei lavoratori tra l’ ”Autunno caldo” e il 1970.
Gli interventi degli storici Paola Gemelli e Daniel Degli Esposti, che hanno ricostruito le vicende raccontate anche attraverso ricerche svolte personalmente tra l’Archivio storico comunale di Vignola e archivi modenesi, si alternano a letture attoriali di testimonianze e altre “voci” dell’epoca interpretate da Cristina Ravazzini. Fotografia di Giuseppe Simonini. Non mancano immagini e musiche storiche.
“Non potevamo non ricordare quell’importante giornata soprattutto in questo momento di grande difficoltà, sanitaria, sociale ed economica. – dichiara Anna Paragliola, Coordinatrice della Cgil di Vignola – Il 20 maggio 1970 veniva approvata la legge che ha rivoluzionato le relazioni sindacali, una data spartiacque che sancì allora il diritto alla sicurezza del posto di lavoro, la dignità dei lavoratori, la libertà dell’attività sindacale e il divieto di discriminazione. Un obbiettivo storico del movimento sindacale, una conquista che non sarebbe stata possibile senza la spinta delle lotte operaie. Una legge che più volte in questi 50 anni è stata messa in discussione. Ricordiamo il tentativo del Governo Berlusconi nel 2001 e la risposta della Cgil di Cofferati nel 2002 con i tre milioni di persone a Roma e il definitivo attacco sferrato dal Governo Renzi con il Jobs Act nel 2014 a cui la Cgil di Camusso ha risposto con la proposta di legge di iniziativa popolare per un nuovo Statuto dei lavoratori, depositata alla Camera nel 2016. Sono passati tanti anni ma l’impianto complessivo dello Statuto è ancora molto attuale e contemporaneo; ciononostante la frammentazione del mondo del lavoro, l’aumento della precarietà, la fragilità dei diritti hanno messo in luce la necessità di un Nuovo Statuto delle Lavoratrici e dei Lavoratori”.
Proprio per questo la Cgil nel 2016 ha raccolto oltre un milione di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare, depositata alla Camera dal titolo “Carta dei diritti universali del Lavoro – Nuovo Statuto di tutte le lavoratici e di tutti i lavoratori”. Un progetto di ampia portata riformista che sposa un assunto preciso: un lavoro senza diritti rende il lavoro una merce; diritti universali rendono il lavoro un fattore di benessere e crescita. Qualunque lavoro si faccia, qualsiasi contratto si abbia, i diritti devono essere riconosciuti e esigibili. Riflessione di forte attualità se pensiamo allo scenario economico – produttivo che si è determinato a seguito della pandemia coronavirus, coinvolgendo molte imprese di tutto il territorio nazionale che sono sprovviste degli ordinari strumenti di protezione del reddito per i propri lavoratori.
La lungimiranza del progetto della Carta Universale – continua la sindacalista – è facilmente spiegabile soprattutto oggi. Infatti se quella proposta oggi fosse legge, sarebbero già disponibili le tutele del reddito “per tutte le lavoratrici e lavoratori titolari di contratto di lavoro subordinato e di lavoro autonomo, anche nelle forme di collaborazione coordinata e continuativa, pure se occasionali, intercorrenti con datori di lavoro o committenti privati e pubblici, nonché alle lavoratrici e ai lavoratori che effettuino prestazione di lavoro in ragione di contratti di tipo associativo (articolo 1), che in “caso di disoccupazione involontaria, anche per periodi dell’anno, e di contrazione dell’attività, avrebbero avuto un sistema assicurativo già operativo che prevede trattamenti economici tali da assicurare un’esistenza libera e dignitosa (articolo 20).
Esattamente la situazione in cui si sono trovati tanti lavoratori durante questa difficile emergenza sanitaria, privi di tutele e che sono ancora in attesa del pagamento della cassa integrazione per la quale l’inps è fortemente in ritardo, proprio perché non preparato.
“La memoria di quelle lotte, di quelle conquiste – conclude la sindacalista – deve servire a riporre al centro dell’agenda politica il tema lavoro e la necessità di un nuovo sistema di tutele che non lasci indietro nessuno”.

 

Vignola, 18/5/2020

 

In foto, manifestazione a Vignola nell’immediato dopoguerra. Copertina del video-racconto “Lottare per mestiere”

 

Lottare per mestiere - copertina

 

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