30 Ott 2013 filctem,
Il 3 ottobre si è tenuta al Ancona la Conferenza nazionale sull’immigrazione della Filctem Cgil, la categoria della Cgil che raggruppa, tra gli altri, chimici, tessili, elettrici, gomma-plastica, vetro, calzature, concia.
“Non è più tollerabile che in Italia, su questa parte più fragile della popolazione negativi che si traducono nel mancato rispetto dei diritti di cittadinanza e del lavoro. E’ questo il motivo principale per il quale rivendichiamo per
tutti il valore del contratto, che unisce e non discrimina nessuno” , ha detto il segretario generale della Filctem-Cgil Emilio Miceli.
La Conferenza ha sottolineato che le lavoratrici e i lavoratori migranti pagano gli effetti della crisi in maniera pesante: sono più sfruttati, più sottopagati, più disoccupati. Insomma più irregolari.
“La via d’uscita da questo scivolamento inesorabile verso una ulteriore povertà –secondo Vera Lamonica, segretaria confederale Cgil, che ha concluso i lavori dell’assise – va individuata attraverso politiche che affrontino davvero il tema del lavoro e dell’occupazione, e la necessità di avviare una riflessione generale su come intervenire anche dal punto di vista normativo per impedire che cresca ulteriormente il campo dell’economia sommersa e che gli effetti della crisi ci consegnino un paese privo di ogni speranza di futuro positivo”.
La Conferenza ha votato un ordine del giorno sulla tragedia di Lampedusa e ha deciso che la prossima assise si terrà nell’isola.
I settori organizzati dalla Filctem vedono una massiccia presenza di stranieri (oltre 128.000 lavoratori migranti regolari, quasi il 15% degli occupati). Gli immigrati sono arrivati in gran numero soprattutto dopo il recente accorpamento con i tessili “perché la più forte concentrazione di lavoratori stranieri la troviamo proprio nel settore tessile che peraltro è a forte presenza femminile”, da detti Delia Nardone, segretaria nazionale, nella sua relazione introduttiva.