15 Set 2014
di Franco Zavatti
Non c’è confronto, per carità, fra il dramma collettivo dei profughi che riescono ad attraversare il Mediterraneo e questa storiella vera, quasi disneyana, ma sempre legata a quei sopravissuti giunti a Lampedusa.
In uno degli ultimi barconi raccolti e trasbordati dalla Guardia costera fino al Centro di Lampedusa – allora ancora aperto – fra le decine di donne, uomini e bambini, c’era una gatta.
Qualcuno se la portò nel borsone ma poi nessuno, per paura, la volle riconoscere e così fu l’unica gatta accolta eccezionalmente nel Centro.
Era anche incinta e così ha fatto tre gattini.
Il fermo ( temporaneo ? ) del Centro di Accoglienza ed i lenti lavori di ripristino ,hanno portato allo svuotamento degli ” internati/ospiti “.
La gatta se l’è presa una lampedusana della cooperativa che gestiva il Centro.
I tre gattini, assieme ad alcuni altri cani randagi, ma in ottima salute, gestiti da un nucleo di veterinari volontari, sono appena arrivati a Verona con un volo militare di ritorno.
I tre micetti erano registrati nel volo – obbligo burocratico – coi nomi di Uno ,Due e Tre .
Ma se volete,i nomi li potrete cambiare a piacimento.
Arriveranno temporaneamente, per strane vie ma regolari, a casa di un pensionato modenese, con destinazione il gattile, nonostante siano vispi e bellissimi!
Ma se qualcuno ha voglia di prendersi un gattino con una storia così… la gatta madre ha attraversato quel mare; sono nati in un Centro come quello lampedusano; hanno volato su un G 222 e ne hanno visto già di tutti i colori.
Gli interessati possono scrivere a unsolomono@er.cgil.it …ma siamo certi che nel frattempo qualcuno avrà già risposto all’appello…