13 Ott 2014
di Mirto Bassoli (Segreteria CGIL Emilia Romagna)
LAMPEDUSA-Il Seminario “Il ruolo del sindacato nella promozione dei diritti sociali e civili nei paesi di transito”, coordinato dalla CGIL, ha rappresentato uno dei momenti più significativi nell’ambito di Sabir – Festival diffuso delle culture mediterranee -, tenutosi a Lampedusa dal 1 al 5 ottobre, nel corso del quale sono intervenuti diversi rappresentanti dei sindacati di paesi del Maghreb, dell’Africa ed Europei (Tunisia, Marocco, Libia, Senegal, Mauritania, Italia, Spagna, Francia) e al quale ha portato un contributo anche la CGIL dell’Emilia Romagna. Il primo obiettivo era rappresentato dalla presentazione e dalla prosecuzione del percorso di costruzione della Rete Sindacale per i diritti dei migranti nelle regioni del Mediterraneo e sub-Sahariana.
Il seminario prendeva spunto da quanto emerso in diversi incontri tra i sindacati del Mediterraneo, che avevano portato a redigere la Dichiarazione di Casablanca, considerato che:
– La situazione dei lavoratori migranti e delle loro famiglie continua a deteriorarsi e prendere proporzioni drammatiche nella maggior parte dei paesi del Mediterraneo e dell’Africa sub-sahariana, a causa di violazioni sistematiche dei diritti umani, dei diritti umani dei migranti e convenzioni internazionali relative alla questione migratoria.
– I sindacati debbono agire insieme, in modo efficace e coordinato a livello nazionale, regionale e internazionale, per prevenire il degrado delle condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori migranti e lottare contro ogni forma di discriminazione, razzismo e xenofobia.
– La necessità che tutti gli Stati del Mediterraneo e sub-sahariana ratifichino le convenzioni internazionali relative alla questione migratoria, tra cui le convenzioni dell’OIL C97 e C143, e la Convenzione ONU del 1990, per armonizzare la legislazione nazionale con il contenuto di queste convenzioni internazionali e per garantire la corretta applicazione di tali disposizioni.
– La Rete Sindacale per i diritti dei migranti nelle regioni del Mediterraneo fornisce la prova di unità e solidarietà del movimento operaio e il suo impegno fondamentale per i valori universali dei diritti umani basate sulla libertà, l’uguaglianza, la giustizia, la non discriminazione e il lavoro dignitoso.
Diversi quindi gli aspetti approfonditi, a partire da queste problematiche, principi e obiettivi di fondo enunciati, tenuto conto che le limitazioni alla libera circolazione dei migranti non riguardano solo l’accesso all’Europa, ma anche i passaggi interni al continente africano.
Oggi il pieno riconoscimento dei diritti umani dei migranti richiede un cambiamento radicale delle politiche in atto in Europa e nel mediterraneo, a partire da un diverso approccio di tipo culturale.
Sono state approfonditi diversi aspetti inerenti il quadro legislativo, in particolare in Europa e in Italia, come il tema dei diritti dei lavoratori migranti intreccia quello più complessivo dell’insieme dei lavoratori, tenuto conto della complessa fase che ci troviamo ad affrontare: le conseguenze sociali della crisi economica; la deriva liberista in atto in Europa; il tentativo di far arretrare ulteriormente i diritti dei lavoratori.
E’ stata una discussione di grande rilievo e interesse che, naturalmente, non ha trascurato di soffermarsi sul tema più generale al centro dell’iniziativa di Lampedusa, rappresentato dalla tragedia delle migrazioni nel Mediterraneo e dalle migliaia di morti che anche quest’anno abbiamo dovuto registrare. Non era il tema specifico del seminario coordinato dalla CGIL, tuttavia dal Festival Sabir sono emerse tantissime proposte finalizzate ad interrompere la tratta di esserei umani, sulle quali nel corso delle cinque giornate ci si è confrontati con numerosi Parlamentari Europei presenti sull’isola. Non poteva che essere così, tenuto conto che l’iniziativa cadeva volutamente ad un anno esatto dal terribile naufragio del 3 ottobre 2013, nel quale persero la vita 368 persone.