LAVORO DOMESTICO: 52 MILIONI LE PERSONE ADDETTE, L'83% DONNE

14 Gen 2013

 

LAVORO DOMESTICO: 52 MILIONI LE PERSONE ADDETTE, L’83% DONNE

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro calcola che in tutto il mondo,sono almeno 52 milioni le persone, l’83%, impiegate nel lavoro domestico. In Asia, Pacifico, America Latina e Caraibi, rappresenta il 7,5% dell’occupazione femminile.Tra la metà degli anni 1990 e il 2010, i lavoratori domestici sono aumentati di oltre 19 milioni nel mondo, di cui molti sono migranti, ma probabilmente è una cifra sottostimata. Non tiene conto, ad esempio, del lavoro domestico dei minori al di sotto dei 15 anni. Quest’ultimo, secondo una stima del 2008, riguarderebbe 7,4 milioni di ragazzi.

Tra la metà degli anni 1990 e il 2010, i lavoratori domestici sono aumentati di oltre 19 milioni nel mondo, di cui molti sono migranti.

Nonostante le dimensioni del settore, sono numerosi i lavoratori domestici che non godono di buone condizioni lavorative né di una protezione giuridica sufficiente. In particolare, il 9,9% escluso dalla legislazione nazionale del lavoro, il 45% non ha diritto al riposo settimanale o al congedo annuale pagato e oltre un terzo delle donne lavoratrici domestiche non hanno protezione della maternità. Lo status giuridico precario dei lavoratori domestici migranti e la scarsa conoscenza della lingua e della legislazione li rendono particolarmente vulnerabili anche d abusi quali la violenza fisica e sessuale, gli abusi psicologici, il non pagamento dello stipendio, la servitù per debito e condizioni di vita e di lavoro inadeguate.

Per cercare di tutelarmi maggiormente è in corso una campagna internazionale per l’adozione da parte di tutti i Paesi della convenzione Ilo 189.

Attualmente, nel mondo sono solo sette i Paesi che l’hanno adottata, tra cui l’Italia (ne parliamo in altra pagina).

http://www.ilo.org/rome/risorse-informative/per-la-stampa/comunicati-stampa/WCMS_201102/lang–it/index.htm

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro calcola che in tutto il mondo,sono almeno 52 milioni le persone, l’83%, impiegate nel lavoro domestico. In Asia, Pacifico, America Latina e Caraibi, rappresenta il 7,5% dell’occupazione femminile.Tra la metà degli anni 1990 e il 2010, i lavoratori domestici sono aumentati di oltre 19 milioni nel mondo, di cui molti sono migranti, ma probabilmente è una cifra sottostimata. Non tiene conto, ad esempio, del lavoro domestico dei minori al di sotto dei 15 anni. Quest’ultimo, secondo una stima del 2008, riguarderebbe 7,4 milioni di ragazzi.

Tra la metà degli anni 1990 e il 2010, i lavoratori domestici sono aumentati di oltre 19 milioni nel mondo, di cui molti sono migranti.

Nonostante le dimensioni del settore, sono numerosi i lavoratori domestici che non godono di buone condizioni lavorative né di una protezione giuridica sufficiente. In particolare, il 9,9% escluso dalla legislazione nazionale del lavoro, il 45% non ha diritto al riposo settimanale o al congedo annuale pagato e oltre un terzo delle donne lavoratrici domestiche non hanno protezione della maternità. Lo status giuridico precario dei lavoratori domestici migranti e la scarsa conoscenza della lingua e della legislazione li rendono particolarmente vulnerabili anche d abusi quali la violenza fisica e sessuale, gli abusi psicologici, il non pagamento dello stipendio, la servitù per debito e condizioni di vita e di lavoro inadeguate.

Per cercare di tutelarmi maggiormente è in corso una campagna internazionale per l’adozione da parte di tutti i Paesi della convenzione Ilo 189.

Attualmente, nel mondo sono solo sette i Paesi che l’hanno adottata, tra cui l’Italia (ne parliamo in altra pagina).

http://www.ilo.org/rome/risorse-informative/per-la-stampa/comunicati-stampa/WCMS_201102/lang–it/index.htm

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