21 Mag 2010 filcams,
Modena, 21 maggio 2010
Come si contrasta il lavoro nero ed irregolare, assai diffuso nei pubblici esercizi e nelle piccole strutture commerciali di Modena e provincia?
Non è più tempo di chiacchiere, ma di fatti concreti.
Non si può sottovalutare il problema: il settore occupa in provincia di Modena molte migliaia di lavoratrici e lavoratori, ed il peso delle irregolarità è di decine di milioni di euro ogni anno.
Secondo i dati della Guardia di Finanza, riguarda nella nostra provincia oltre il 60% delle imprese, ben il 74% a Modena città.
In un settore che pare ormai alla deriva, non può destare stupore la penetrazione della malavita, con fenomeni ben illustrati recentemente dal Procuratore Zincani.
Oltre a tutto ciò va tutelata quella minoranza di imprese regolari, che soffre la sleale concorrenza di chi non emette scontrini ed utilizza lavoro nero.
Le Organizzazioni Sindacali del settore commercio e turismo avanzano tre concrete proposte all’attenzione delle Amministrazioni Locali e delle altre parti sociali.
1) Fare terra bruciata attorno ai “professionisti” del lavoro nero, rendendo pubblici i loro nomi, impedendo loro di continuare l’attività nel settore. Debbono essere espulsi dalle Associazioni di settore, se vi aderiscono.
2) La Polizia Municipale deve diventare un soggetto attivo rispetto al contrasto al lavoro nero, specie nei pubblici esercizi. Allo stesso tempo i Comuni dovrebbero prevedere la sospensione delle licenze alle imprese dove, nel corso di ispezioni, fosse verificata la presenza di lavoratori in nero od irregolari.
3) Restituzione di tutti gli sgravi, contributi o altro, concessi dall’Amministrazione Locale, da parte delle imprese che utilizzano lavoro nero. Prevedere la loro devoluzione ai soggetti che rispettano la Legge.
Sono tre proposte da valutare, modificare ed eventualmente migliorare.
Ma sono proposte, e non chiacchiere, sulle quali chiediamo l’apertura di un tavolo provinciale, con tutti i soggetti interessati.
Filcams/Cgil Fisascat/Cisl Uiltucs/Uil Modena