12 Apr 2011
Modena, 12 aprile 2011
Vorrei fare qualche precisazioni in merito alle dichiarazioni del professor Tiraboschi apparse oggi sugli organi di stampa.
E’ vero che buona parte del precariato lo si trova nella pubblica amministrazione, tuttavia il professor Tiraboschi sa benissimo che l’attuale Governo di centrodestra ha attuato fin dal suo insediamento una politica di tagli e di blocco delle assunzioni che impedisce di poter ridurre e stabilizzare i precari delle P.A.
Che dire poi dei tagli previsti, sempre dal Governo, per i precari della scuola? Solo nel prossimo anno scolastico perderanno il posto 19.000 docenti a livello nazionale, di cui 137 a Modena, 14.700 Ata di cui circa centinaio a Modena.
Quando poi si dice che nel privato “i contratti atipici e temporanei sono normalmente un ponte verso l’occupazione stabile” ci chiediamo se Tiraboschi stia parlando di ciò che accade in Italia o in un Paese immaginifico: i quasi tre anni di crisi economica e finanziaria hanno portato un tasso di disoccupazione dell’11%, mentre il tasso di disoccupazione giovanile è al 30%.
A Modena, che pure è una realtà dove il fenomeno è contenuto rispetto ad altri territori, il tasso di disoccupazione si attesta su percentuali inedite, mentre i numeri e i fenomeni legati alla precarietà cominciando ad essere drammatici: solo il 18% per cento dei nuovi avviamenti al lavoro sono a tempo indeterminato. In pratica meno di due su dieci!
I fatti di dicono invece che si rimane stabili nella precarietà con una differenza rispetto al periodo pre-crisi: se fino al 2007-inizio 2008 a contratto precario seguiva un altro contratto precario, oggi molto spesso a contratto precario seguono periodi di disoccupazione prima di trovare un’altra occasione di lavoro.
Negli ultimi tempi si è assistito ad un aumento dei contratti a chiamata, una delle forme più insidiose di contratto atipico che spesso nasconde lavoro nero e ogni sorta di irregolarità. Sempre a questo Governo è da attribuire la re-introduzione dello staff-leasing che, consentendo di avere aziende senza dipendente propri, rende un miraggio la stabilità del posto di lavoro.
E’ ideologico continuare a pensare che il freno alle assunzioni sia rappresentato dall’art.18 dello Statuto dei Lavoratori: il vero freno oggi è rappresentato dalla mancanza di una seria politica economica e di investimenti del Governo e dalla mancanza di coraggio da parte delle aziende che anziché investire sulle competenze e sul lavoro, preferiscono perpetrare forme di assunzione precaria a basso costo delle quali liberarsi ai primi venti di crisi o di difficoltà.
Come hanno dimostrato le migliaia di lavoratori precari, giovani e meno giovani, che hanno partecipato in tutta Italia e anche a Modena alla manifestazione di sabato 9 aprile “Il nostro tempo è adesso. Liberiamoci della precarietà”, non è più tempo di proclami ideologici, ma di scelte coraggiose e di serie politiche per il lavoro per non lasciare esclusa un’intera generazione dai diritti di cittadinanza.
Claudio Riso, responsabile mercato del lavoro segreteria Cgil Modenag