10 Feb 2014 sisma, sisma 2012,
Modena, 10 febbraio 2014
Basta un semplice riferimento al “forte richiamo dell’Europa” di pochi giorni fa al livello record della corruzione in Italia.
Tralasciamo le tante considerazione su quelle 16 pagine, dense di sollecitazioni affinché Governo e Parlamento introducano sostanziali rafforzamenti alla recente legge anticorruzione, per colmare lacune enormi in materia di conflitto di interessi, reato di autoriciclaggio e per frenare l’assurdità delle prescrizioni dei reati.
In quel Rapporto EU è significativo – anche per le nostre realtà territoriali – il capitolo dedicato agli appalti pubblici, che viene individuato quale “settore particolarmente esposto al rischio di corruzione e/o condotte fraudolente…anche perchè, in Italia, il ricorso a procedure negoziate senza pubblicazione del bando è troppo frequente, unita a quella altrettanto sbrigativa del massimo ribasso“.
Procedure, peraltro molto diffuse e prevalenti anche negli appalti pubblici nostrani! Basta scorrere le tabelle degli Osservatori Appalti emiliani e modenesi.
Una corruzione “particolarmente lucrativa anche nella fase successiva all’aggiudicazione, sopratutto con l’eccessivo utilizzo dei subappalti e forniture di servizi”.
E anche in ciò, i nostri dati locali sono più che eloquenti.
I fenomeni corruttivi, combinati a collusioni o infiltrazioni criminali, certamente concorrono a connotare una realtà nuda e cruda che vede i costi medi italiani per opere, servizi e forniture pubbliche, di parecchio superiori alle medie europee. Un danno secco ed altissimo, pagato dall’intera società.
Una realtà che va decisamente fronteggiata senza burocratismi – anche questi facili da aggirare o corrompere – ma con leggi e regole precise, controlli più estesi e mirati in corso d’opera – anche a Modena – e buone pratiche amministrative.
Buone pratiche amministrative, nel caso modenese, legate a scadenze molto attuali e ravvicinate.
Ci riferiamo all’applicazione della Anticorruzione/legge Severino (legge 190/2012), che prevede importanti decisioni e passaggi attuativi in questa stagione, al fine di blindare con più efficacia l’intera pubblica amministrazione, esposta a crescenti tentativi di contatti corruttivi, peraltro dimostrati da indagini e processi che riguardano – anche in regione – lavori, sanità e grandi favori illegali o paramafiosi. La nostra provincia ce lo ricorda coi procedimenti in corso sugli appalti di Serra, Carpi, Zocca, Castelfranco.
Per ogni Ente la legge fissava il termine di fine gennaio appena passato, per deliberare decisioni fondamentali e senza precedenti.
Adottare un proprio Piano anticorruzione; definire settori a rischio,a partire da appalti e contratti; nominare un Responsabile della prevenzione; modalità certe per la trasparenza degli atti, i controlli e un’adeguata formazione per il personale; garantire ai cittadini e dipendenti pubblici, canali certi e tutelati per favorire segnalazioni di sospetta corruzione o conflitto d’interessi; favorire la massima partecipazione sociale e dei cittadini.
Sono alcuni dei punti significativi da mettere subito in atto.
Una fase intensa che coinvolge fortemente l’interesse del Sindacato e dell’Associazionismo civile. Ognuna delle parecchie decine di Comuni, Enti, Istituti, Aziende sanitarie, Università, Consorzi e pubbliche amministrazioni modenesi, avevano di fronte questa scadenza di gennaio, passata troppo in sordina e senza un adeguato coinvolgimento pubblico e culturale.
Sappiamo bene che le Amministrazioni modenesi più grandi e strutturate, hanno fatto bene il loro dovere, assumendo programmi di lavoro seri e ponderati, a partire da Azienda USL, Comune di Modena e non solo.
Una grande difficoltà però si manifesta per i nostri Enti di media e piccola dimensione, con organici ristretti o inadeguati, gravati inoltre dalle tragiche emergenze del sisma e poi dell’alluvione, e che rischiano di non riuscire ad affrontare con la necessaria attenzione e serietà, le scadenze e la complessità degli adempimenti anticorruttivi.
Si profila perciò un rischio reale – ritardarne l’applicazione – che va decisamente recuperato, attivando una “rete di sostegno” agli Enti modenesi in difficoltà.
Una carenza evidente della Legge Severino, che Modena può per prima dimostrare di poter affrontare e superare.
A tale proposito, in questi giorni si sta attivando un’iniziativa specifica di Libera, Sindacato ed Avviso Pubblico, per sollecitare – a partire dalla disponibilità di Comune e Provincia – la costituzione urgente di un Coordinamento provinciale fra tutti i Responsabili Anticorruzione nominati dagli Enti modenesi, al fine di assicurare un valido supporto strutturato alle amministrazioni più deboli, mettere in rete attività di formazione comune, analisi dei rischi, promozione di buone pratiche preventive e modalità di collaborazione con il ricco associazionismo modenese.
Proponiamo un’esperienza virtuosa e necessaria, simile a quella già voluta ed ottimamente affermata da anni, con l’attivazione “volontaria” degli enti modenesi, dell’Osservatorio Provinciale Appalti.
Una ulteriore proposta, che speriamo utile anche all’imminente confronto elettorale sui temi concreti della legalità, in vista del prossimo rinnovo di tante nostre amministrazioni comunali, e per affrontare meglio le reali difficoltà e ritardi sul versante sempre più esposto a modalità ben collaudate e perfezionate di “avvicinamento” malavitoso e corruttivo alla realtà economica e sociale modenese.
Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale