L’EPILOGO DEL CONSORZIO EURO 2000, LA PRIMA DELLE FALSE COOPERATIVE, PRESA A MODELLO PER L’APPALTO PERFETTO

26 Giu 2015 flai,

Bologna, 26 giugno 2015

Chiusa la procedura di mobilità per 58 dei 950 soci lavoratori del Consorzio Euro 2000 che, dal 1° giugno 2015, sono stati coinvolti in uno dei più giganteschi “cambi di “rapporto di lavoro” che si sia mai registrato sul territorio nazionale e regionale nel settore dell’’industria alimentare.
I soci lavoratori erano tutti dipendenti a tempo indeterminato del Consorzio Euro 2000, il quale gestiva, da oltre 15 anni, gli appalti negli stabilimenti INALCA SPA di Modena, Lodi e Rieti.
INALCA è il proprietario del marchio MONTANA, produce per l’Italia gli hamburger per Mc Donald’s e Coop Italia; 1800 dipendenti, di cui oltre 1000 di varie cooperative. L’AD di INALCA SpA, Luigi Scordamaglia, è il presidente di Federalimentari, la confindustria delle imprese italiane che producono alimenti e bevande.
INALCA e Consorzio Euro 2000 erano soci in GESCAR Srl, società che attraverso affitti di rami d’’azienda e appalti ha affidato al consorzio stesso, e alle cooperative ad esso associate, le fasi del processo produttivo nei tre stablimenti dell’’INALCA.
Un rapporto forte, durato quindici anni, tanto da essere considerato un “modello” addirittura “pionieristico” per le imprese del settore della macellazione e della lavorazione delle carni. Quindici anni in cui i soci lavoratori hanno cambiato casacca almeno cinque volte, in false cooperative guidate dalle stesse persone o dai loro parenti. Uno dei cambi di nome più “fantasiosi” da Boeing a Boing! In undici anni mai un’assemblea per eleggere il Cda o votare un bilancio o dividere qualche utile, come dovrebbe accadere, almeno sulla carta, in una normale cooperativa. Il tutto sotto gli occhi del loro committente INALCA, socio in affari dentro GESCAR, che non ha mai mosso un dito, nemmeno quando la FLAI CGIL segnalava situazioni di irregolarità.
Dal 1° giugno i rapporti fra Consorzio e INALCA SpA si sono inspiegabilmente interrotti per motivi che non sono stati resi noti alle Organizzazioni sindacali. Abbiamo solo appreso dal presidente del Consorzio che INALCA non avrebbe accettato la richiesta di aggiornamento del costo dell’appalto.
INALCA, in tre giorni, disdetta il rapporto quindicennale di collaborazione con il Consorzio Euro 2000 e, tramite la Trenkwalder, in meno di un giorno fa assumere tutti i lavoratori a tempo determinato, per sei mesi precisi. Assunzioni “perfette”, con tutti i dati anagrafici e retributivi perfetti, comprese le esatte qualifiche e anzianità di servizio. Una velocità da fare invidia alle più moderne economie del Pianeta!
Troppo perfetto, tanto da destare qualche legittimo dubbio, come abbiamo più volte segnalato e su  cui c’è anche l’interessamento del Ministero del Lavoro. Il tutto potrebbe essere finalizzato a godere degli sgravi contributivi previsti dalla Legge di Stabilità 2015.
Tutti elementi avvalorati dal fatto che gli ex lavoratori del Consorzio Euro 2000, ora Trenkwalder, si sono ritrovati nello stesso posto di lavoro, con le stesse attrezzature e gli stessi responsabili di reparto che gli impartiscono gli ordini. Nel frattempo, INALCA individuerebbe un altro soggetto che dovrebbe poi assumere questi lavoratori. Il nuovo soggetto imprenditoriale, che assumerà questi lavoratori, potrebbe godere di 14 milioni di euro di decontribuzione.
Quello che si sta consumando in INALCA non è un atto illegittimo, lo sappiamo bene, ma sarebbe comunque bene evitare che denaro pubblico possa essere utilizzato in questo modo, senza creare nuova occupazione ma, soprattutto, precarizzandola con le cosiddette “tutele crescenti” del Jobs Act! Queste assunzioni – che nelle statistiche risulteranno come “nuove – avverranno con l’’assenza della tutela dell’’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori!
Sono 58 i soci lavoratori non assunti in Trenkwalder, per svariati motivi: ecco perché il Consorzio ha attivato la procedura di mobilità. La Flai Cgil continua a richiedere l’’assunzione di questi lavoratori, ma anche di quelli assunti in Trenkwalder, da parte di INALCA, perché questi lavoratori sono sempre stati “economicamente dipendenti” ed erano soci di una discutibile cooperativa che aveva praticamente un solo committente: INALCA e la controllata GESCAR.


Umberto Franciosi Segretario Generale FLAI CGIL EMILIA ROMAGNA

Inalca-Gruppo Cremonini, il ministero del Lavoro risponde all’interrogazione parlamentare presentata dai deputati del Pd emiliano-romagnoli, comunicato stampa 19.6.2015

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