L’EUROPA RIMANE CIECA E SORDA. SCELTE OLTRE LE PEGGIORI ASPETTATIVE. ASSOCIAZIONI CONTRO

27 Apr 2015

 

L’EUROPA RIMANE CIECA E SORDA. SCELTE OLTRE LE PEGGIORI ASPETTATIVE. ASSOCIAZIONI CONTRO

Il Consiglio Europeo Straordinario del 23 aprile si è concluso disattendendo anche le peggiori aspettative. L’unica novità è l’aumento della dotazione finanziaria di Frontex, e dunque di Triton, che viene portata a 9 milioni di euro. Così Triton costerà all’intera Unione europea la stessa cifra sostenuta dalla sola Italia per la missione umanitaria Mare Nostrum. Ma il mandato di Triton include solo marginalmente il salvataggio di vite umane e si occupa invece del controllo delle frontiere. Triplicare il bilancio di Frontex è dunque ancora una volta un segnale di chiusura. Netta anche la contrarietà all’ipotesi di un piano di accoglienza dei rifugiati in tutti i Paesi dell’Unione. Pertanto, no a una modifica del Regolamento Dublino III, che prevede la competenza del primo paese d’ingresso per l’esame delle domande di asilo. Il problema dei rifugiati continuerà a gravare interamente sui Paesi del Mediterraneo e non è difficile prevedere per l’Italia una esplosione del suo sistema di accoglienza.

Appare, poi, pura follia l’idea diffusa dopo il vertice di azioni nei luoghi di partenza per affondare barche ed arrestare “schiavisti”. E’ un’idea che ha lo scopo di deviare l’attenzione dell’opinione pubblica dalle cause agli effetti: trafficanti di uomini e sbarchi sono infatti il risultato delle politiche di chiusura delle frontiere. Inoltre, eventuali azioni contro gli “schiavisti” e i loro mezzi potrebbero essere scambiate per atti di guerra.

Alla luce dei risultati del vertice, appaiono pura propaganda i toni trionfalistici del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che di fatto non ha ottenuto nulla.

E’ unanime il coro delle associazioni contro le decisioni del vertice.

Scrive Filippo Miraglia, vicepresidente nazionale del’Arci: “Controllare le frontiere, respingere i migranti, impedire che partano. Questi i principali impegni che i governi europei hanno assunto in occasione della riunione di giovedì del Consiglio d’Europa. Impegni in sintonia con quanto dichiarato in diverse occasioni dal nostro presidente del consiglio che, nel suo discorso alla Camera, a poche ore di distanza dalla strage più grande di sempre nel Mediterraneo, non ha nemmeno accennato al dovere dei governi italiano ed europei di farsi carico della protezione delle persone che fuggono da guerre e violenze. Centrali restano, dal suo punto di vista, la lotta agli scafisti e un’ulteriore stretta alle frontiere, con l’aggravante, che segna un’inedita convergenza tra i due Mattei (Renzi e Salvini), di dare priorità alla distruzione delle imbarcazioni usate per le traversate in mare. L’Unione Europea riprende, in sede di Consiglio, la proposta italiana, prevedendo anche la possibilità di un intervento militare per raggiungere l’obbiettivo, dimenticando però che in Libia c’è una guerra civile in corso e che il rischio di ‘danni collaterali’ è molto alto.

Grande sintonia quindi tra il nostro governo e l’Europa dei 28 (ma anche con un pezzo dell’agenda politica della destra xenofoba) sulla gestione delle frontiere, con l’obiettivo, esplicitato soprattutto negli accordi del processo di Khartoum e in quello di Rabat, così come negli accordi bilaterali che si vanno definendo in questi mesi, di trasferire ai Paesi della sponda sud la responsabilità di gestire i flussi di richiedenti asilo per bloccarli prima che a arrivino alle nostre frontiere. Una convergenza che segna il punto più basso delle politiche migratorie, di fronte alle migliaia di cadaveri che giacciono sul fondo del Mediterraneo”.

Gian Carlo Perego, Direttore, generale della Fondazione Migrantes, afferma che “dal vertice europeo.. esce l’Europa dei nazionalismi. E’ rimandata la costruzione dell’Europa sociale e solidale”. Prende le distanze anche dalla tanto discussa ipotesi, avanzata nel Consiglio, di “un’azione, da tutti gli esperti sconsigliata, di distruzione delle barche dei trafficanti nei porti”.

Il Centro Astalli parla di “ennesimo buco nell’acqua”.

Per Medu “le misure del vertice Ue” sono “foglie di fico per nascondere un fallimento”.

Al vertice Ue un’operazione per salvare la faccia”, dice Amnesty International. Secondo l’organizzazione, la decisione di non estendere l’area operativa di Triton pregiudicherà fatalmente l’impegno preso ieri al vertice di Bruxelles di fornire risorse, navi e aerei per le operazioni di ricerca e soccorso nel mar Mediterraneo. “Se il raggio d’azione non verrà aumentato, migranti e rifugiati continueranno a morire e l’Unione europea verrà ancora una volta vergognosamente meno al dovere di occuparsi di questa tragedia alla sua porta di casa”.

Tranciante il Cir: “Conclusioni scandalose, è il fallimento dell’Europa”.

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