28 Mag 2013
La condizione dei 32 milioni di migranti presenti in Europa è caratterizzata da uno status di cittadinanza diseguale, ed il quadro legislativo dei paesi europei, fortemente disomogeneo, sulla immigrazione, è sostanzialmente basato, più o meno, su un approccio proibizionistico di difesa fisica ed identitaria di frontiere nazionali. Questa condizione si riversa purtroppo, anche sulle seconde generazioni (bambini e minori) e rischia di compromettere l’obiettivo dell’uguaglianza futura. Ciò è anche il frutto di una strumentalizzazione politica del tema “immigrazione” da parte di alcuni partiti e movimenti politici in diversi paesi dell’Europa, che hanno investito nel razzismo e la xenofobia per raccogliere consensi fra la popolazione più confusa e disagiata. In questo contesto e ad un anno dalla scadenza delle prossime elezioni europee, una coalizione di organizzazioni, sindacati ed associazioni dei vari paesi e di importanti reti europee della società civile, tra i quali quelle aderenti al Comitato L’Italia sono anch’io,si preparano a promuovere una campagna politico-culturale rivolta, da una parte ai giovani , al mondo del lavoro ed all’insieme dei cittadini europei, dall’altra ai partiti ed alle istituzioni dell’Europa per rivendicare un diverso quadro legislativo su tre obbiettivi principali, ai quali si possono coniugare specificità territoriali o di categoria:
-ratifica della Convenzione dell’ONU del 18/12/1990 “sui diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie”. Si tratta di una carta fondamentale per avere un quadro di riferimento omogeneo ed universale, di diritti della persone migranti ed è uno scandalo che, a distanza di 23 anni dal varo da parte dell’assemblea delle Nazioni Unite, non sia stato ratificata da nessun paese Europeo;
-omogeneizzazione delle norme di riconoscimento del diritto di voto agli immigrati alle elezioni amministrative e del Parlamento europeo, per colmare una grave discriminazione nell’esercizio del più elementare diritto alla partecipazione democratica di tutte le persone che vivono e lavorano in una comunità;
-omogeneizzazione delle norme di riconoscimento della cittadinanza europea agli immigrati stabilmente residenti ed ai figli nati in Europa o trasferitivisi in tenera età e frequentanti le nostre scuole. Si tratta anche in questo caso di promuovere un principio di d’inclusione e di uguaglianza per uscire dall’apartheid.