15 Gen 2021 coronavirus, flc, riapertura scuola in presenza, salute sicurezza, scuola,
C’è molta confusione in questi giorni, tra le famiglie, gli studenti e i docenti di diversi istituti superiori modenesi che hanno comunicato la ripresa delle lezioni in presenza per gruppi.
I vari DPCM che sono intervenuti sulla materia, così come le linee guida e le note del Ministero, chiariscono che nei casi di sospensione delle lezioni in presenza e ricorso alla DAD/DDI saranno possibili in presenza esclusivamente le attività di laboratorio. Le stesse norme prevedono poi che per favorire l’inclusione di alunni con Bisogni Educativi Speciali si possa eventualmente prevedere la possibilità di lezioni in presenza di questi studenti con un gruppo di compagni di classe. Sono Linee Guida e normative di riferimento che abbiamo condiviso e condividiamo, tanto che nel messe di novembre insieme alle altre OOSS abbiamo sottoscritto uno specifico accordo con il ministero. Nessun dubbio quindi sulla necessità che le lezioni laboratoriali si svolgano in presenza e che le scuole valutino l’opportunità della presenza in aula di studenti con BES e un gruppo di allievi della classe di riferimento.
Quello che non va bene in questa fase sono le fughe in avanti che creano confusione, e il decisionismo di chi si sostituisce ai collegi dei docenti e alla comunità educante. La confusione è generata dal fatto che risulta difficile comprendere per quale motivo sullo stesso territorio, magari anche nello stesso comune, qualche scuola decide per le lezioni in presenza e qualche altra invece no.
Così come si alimenta smarrimento e confusione nelle famiglie, tra gli studenti e tra il personale quando dalle autorità nazionali e regionali arrivano indicazioni precise e stringenti su come gestire questa fase e qualcuno, in splendida solitudine, sceglie di fare tutt’altro.
Non va bene il decisionismo di chi si sostituisce agli organi collegiali perché in una fase delicata come quella attuale sono solo i docenti in raccordo con le famiglie – che conoscono le loro classi e i propri studenti, con i quali hanno una relazione quotidiana – a poter fornire tutti gli elementi necessari per definire al meglio tempi e modalità per realizzare un’effettiva inclusione scolastica.
Al contrario, decisioni solitarie, non deliberate dai docenti e non condivise dalla comunità educante, magari comunicate al sabato pomeriggio o alla domenica, nelle quali con una logica ragionieristica si dividono le classi in 3 gruppi in ordine alfabetico, (quindi con il 33% di presenti per classe, che non è esattamente un “piccolo gruppo”) di fatto creano un’inclusione che è solo di facciata, che se fatta così non aiuta le relazioni educative ed è fine a se stessa.
Non è più tempo di facili slogan, di fughe in avanti da primi della classe e di situazioni a macchia di leopardo: l’uscita da questa drammatica crisi sarà lunga e delicata, per questo più che di solisti abbiamo bisogno di un lavoro collettivo, di ragionare tutti insieme e tutti nello stesso tempo, come costruire le condizioni per un rientro in presenza che sia davvero sicuro e inclusivo.
Flc Cgil Modena
Claudio Riso, Segretario Generale
Modena, 15/1/2021