LIBERI DI GIOCARE

11 Feb 2013

 

Eliminare le difficoltà burocratiche che oggi impediscono ai ragazzi nati in Italia da genitori stranieri di praticare lo sport, in particolare il gioco del calcio. Se ne è parlato nei giorni scorsi a Bologna nel corso di un incontro pubblico, “Liberi di giocare”, promosso da W il calcio. “In attesa che il legislatore intervenga complessivamente nella materia, è opportuno mettere in campo tutte le iniziative che già oggi possono produrre il risultato di consentire ai giovani stranieri di partecipare alle iniziative/attività sportive rimuovendo gli ostacoli burocratici posti da disposizioni regolamentari e/o amministrative anacronistiche e prive di fondamento”, ha detto Gianna Nuvoli, dell’Ufficio giuridico della Cgil regionale. Nuvoli ha anche elencato tre proposte “per iniziare: 1) chiedere alla FIGC e al CONI l’emanazione di disposizioni, relativamente al tesseramento dei ragazzi/e stranieri, che siano nati in Italia o che vivano in Italia, che valgano su tutto il territorio nazionale e che siano applicate dalle strutture decentrate a livello regionale e/o territoriale nel medesimo modo; 2) chiedere alla FIGC e al CONI di equiparare la documentazione richiesta ai migranti stranieri minorenni a quella richiesta ai ragazzi/e italiani e comunitari; 3) il recepimento da parte della FIGC della convenzione Anci/Coni per i minori non accompagnati, da coinvolgere nelle attività sportive a fronte della richiesta dei suoi tutori (il sindaco o un suo delegato)”.

“La richiesta di documentazione eccessiva costringe i ragazzi privi della cittadinanza a iniziare il campionato con grande ritardo rispetto ai loro coetanei italiani”, ha spiegato a Redattore Sociale il presidente di W il calcio Fausto Viviani. ” Inoltre i documenti richiesti risultano ingiustificati, superflui, soprattutto se consideriamo che certificato di nascita, di residenza e Stato di famiglia, costituiscono già da soli una documentazione comunale sufficiente a identificare qualsiasi persona risiedente sul territorio”.

Nel corso della serata è stato presentato l’appello alla Federazione Italiana Gioco Calcio promosso da W il Calcio, che pubblichiamo in questa stessa pagina.

Il calcio è uno sport che attrae sempre più i ragazzi stranieri. Secondo dati Ismu, la stagione 2010/2011 ne ha contati 48mila, 3 mila in più dell’anno prima, di cui il 3% professionisti e il 69% nelle giovanili. “Per i bambini stranieri non vi è però lo stesso inserimento nei club calcistici nazionali che si può notare per gli italiani, che (se maschi, come il 98% dei calciatori) sono tesserati in squadre affiliate alla federazione Figc in un caso su quattro per le età comprese tra gli 8 e i 14 anni. L’identica percentuale, nella medesima fascia d’età, è invece inferiore alla metà di quella media tra gli italiani” (Ismu).

L’ APPELLO ALLA FEDERAZIONE GIOCO CALCIO

Di seguito pubblichiamo il testo dell’appello ala Fgci W IL CALCIO, progetto promosso da coop Accaparlante e Bandiera Gialla

La presenza di sostanziali e non motivate differenze nella presentazione di documenti per l’iscrizione di un/una ragazzo/a nato/a o cresciuto/a, in Italia, e figlio di genitori stranieri, si presenta come un vero e proprio accanimento burocratico, che ha come conseguenza immediata – seppure non voluta, dando credito alla buona fede degli estensori – di discriminare i giovani migranti nell’accesso alle attività sportive.

Infatti ai ragazzi e ragazze italiani e ai comunitari viene chiesto solo il certificato di residenza, lo stato di famiglia e l’attestato di frequenza scolastica da presentare al Comitato Provinciale. Il tesseramento decorre dalla presentazione della domanda. Quindi nell’ottica della rimozione degli ostacoli e delle discriminazioni chiediamo:

che l’iscrizione dei calciatori dilettanti stranieri sia subordinata alla consegna degli stessi documenti richiesti per gli italiani e comunitari e cioè:

 

1. Il certificato di residenza

2. Lo stato di famiglia

3. L’attestato di frequenza scolastica

4. La presentazione della richiesta al Comitato Provinciale e non Regionale

 

Chiediamo inoltre:

 

· che sia possibile giocare dal momento in cui si fa richiesta di tesseramento o comunque dallo stesso termine previsto per italiani e comunitari;

· l’eliminazione di limiti temporali e/o territoriali (almeno 6/12 mesi di residenza nel comune, validità del permesso per tutta la stagione sportiva, validità dei certificati limitata);

· il recepimento da parte della FIGC della convenzione Anci/Coni per i minori non accompagnati, da coinvolgere nelle attività sportive, a fronte della richiesta dei suoi tutori (il Sindaco o un suo delegato).

 

MINORI STRANIERI:  PROTOCOLLO D’INTESA CONI/ANCI

Con lo scopo di favorire l’inclusione sociale dei minori stranieri attraverso lo sport Coni e Anci (Associazione dei Comuni Italiani) hanno siglato a gennaio un Protocollo d’Intesa Protocollo d’Intesa.

“L’Anci”, ha detto Graziano Delrio, Presidente dell’Associazione, -“e’ da sempre al fianco dei Comuni nel sostenere le attivita’ a favore dei minori stranieri non accompagnati attraverso l’attuazione di un Programma nazionale di protezione dei minori stranieri e attraverso la gestione del Servizio Centrale del Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati’’.

“L’attivita’ sportiva indirizzata ai minori”, ha sottolineato, “si propone come strumento di tutela dei valori fondamentali della persona e di adesione ad un modello di rapporti basato sul rispetto delle regole, dell’autodisciplina e dell’aggregazione, costituendo per i ragazzi un’occasione di maturazione e crescita’’.

“Per questa ragione”, ha concluso, “e’ particolarmente significativa la firma di questo Protocollo d’Intesa con il Coni perché l’attivita’ sportiva e’ particolarmente efficace per favorire positivi percorsi di integrazione e di inclusione sociale tra i ragazzi italiani e stranieri’’.

http://www.anci.it/Contenuti/Allegati/Prot%202%20Protocollo%20ANCI%20-%20CONI%20siglato1.pdf

http://www.anci.it/index.cfm?layout=dettaglio&IdDett=40309

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