29 Apr 2009
Modena, 29 aprile 2009
Sono 5 i lavoratori licenziati alla Automatic Toys azienda modenese che produce giochi automatici per bambini. Cinque lavoratori, 4 dei quali immigrati, con una lunga attività in azienda anche sino a 20 anni, che rimangono senza lavoro e senza alcun reddito, visto che il loro salario era la principale e/o unica fonte di sostentamento per sé e le loro famiglie.
Dallo scorso agosto, l’azienda ha infatti proceduto a licenziamenti individuali uno dopo l’altro, motivandoli con la crisi e il calo degli ordini, rifiutandosi di firmare l’accordo con la FIOM/CGIL che avrebbe consentito almeno le mensilità dei preavvisi e il diritto all’iscrizione nelle liste di mobilità (per alcuni lavoratori anche sino a 2 anni).
La vicenda degli esuberi alla Automatic Toys risale al novembre-dicembre 2007 quando la direzione, esercitando pressioni indebite sui lavoratori attraverso contatti individuali, preme per metterli in mobilità negando però le dovute mensilità di preavviso e qualsiasi incentivo all’esodo. L’azienda adduce motivazioni di crisi e calo degli ordinativi per giustificare questi esuberi.
Trovando l’opposizione del Sindacato, l’azienda ha dunque proceduto a gennaio 2008 ad aprire per 5 lavoratori, su un totale di 17 dipendenti, la procedura di cassa integrazione ordinaria per tre mesi e mezzo, senza rotazione e senza anticipi, penalizzando fortemente i lavoratori coinvolti e lasciandoli per tutto il periodo senza alcuna forma di salario. L’accordo per la Cigo non viene per questo firmato dalla FIOM/CGIL.
Al rientro dalla cassa integrazione, l’azienda dimostra chiaramente di voler procedere sulla strada dei licenziamenti e proseguono le pressioni individuali per convincere i lavoratori ad accettare il ricatto della messa in mobilità, senza riconoscimento dei mesi di preavviso e senza incentivi all’esodo.
A rendere più difficile la tutela di questi lavoratori e la possibilità di scongiurare i licenziamenti intervengono nel luglio 2008 le dimissioni di un addetto e la scadenza naturale di un rapporto di lavoro a termine, due cessazioni che riducono il numero di addetti e fanno decadere il diritto alla mobilità.
Per tutelare i 5 lavoratori coinvolti dai licenziamenti, la FIOM di Modena era disponibile a firmare l’accordo di mobilità rinunciando agli incentivi all’esodo, ma l’azienda si è comunque dimostrata intransigente sulla volontà di non riconoscere i preavvisi, procedendo unilateralmente ai licenziamenti.
Oggi cinque lavoratori – addetti esperti alla resina e al montaggio, carteggiatori e saldatori chi con 10 anni di attività alle spalle, chi 14 anni e chi con un’anzianità di servizio di 20 anni, tutti con figli e moglie a carico, con affitti da pagare e avvisi di sfratto, uno di loro colpito da provvedimento di licenziamento mentre era in malattia – rimangono senza lavoro e senza le tutele previste dalla mobilità, e, data la situazione di crisi, con poche speranze di trovare a breve un’altra occupazione.
“Come è possibile che si permette tanta ingiustizia?” commenta Massimo Valentini funzionario FIOM/CGIL e annuncia che la FIOM ha impugnato tramite i propri avvocati tutti i licenziamenti al fine di tutelare i diritti e la salvaguardia dei posti di lavoro.