11 Feb 2013
Dal ministero del Lavoro forse è in arrivo un chiarimento che salverà le famiglie dalla nuova tassa sul licenziamento dei lavoratori domestici. Scrive lo Spi Cgil che “secondo le nuove norme introdotte con la riforma del lavoro infatti gli anziani saranno considerati alla stregua di veri e propri imprenditori e in caso di licenziamento della persona che si prende cura di loro saranno costretti a pagare fino a 1.400 euro in tre anni, ovvero 473 euro all’anno”. Spiega il sindacato dei pensionati della Cgil che “l’importo non tiene inoltre conto delle diverse tipologie di lavoro e resta del tutto invariato sia che la badante licenziata abbia lavorato per poche ore alla settimana sia che abbia lavorato per otto ore al giorno”. “In questo modo”, conclude lo Spi Cgil, “non solo si penalizzano ulteriormente gli anziani non autosufficienti e le loro famiglie con un pesante aggravio di costi e di burocrazia ma si finisce soprattutto per alimentare il lavoro nero, che nel badantato è già una vera e propria piaga toccando la quota dell’80% con oltre 2mln di lavoratori non in regola. La politica non si può permettere di contrapporre anziani e lavoratori ed è per questo che deve intervenire per correggere una norma che rischia di fare davvero molti guai”. Come detto, però, il Ministero dovrebbe risolvere il problema.