27 Set 2021 'ndranghetisti, amministratori pubblici locali, confische beni, criminalità organizzata, cutresi, economia malaviotsa, emilia romagna, illegalità, interdittiva antimafia, lavoro nero, report Dia-Antimafia, riciclaggio, sequestri beni, sfruttamento,
Questa seconda metà di settembre ha visto, dopo la Relazione Bicamerale di Camera e Senato su “Prevenzione e repressione delle attività della criminalità organizzata durante l’emergenza sanitaria”, l’uscita del Report semestrale DIA sui risultati e le gravi problematiche connesse al contrasto antimafie.
Un insieme di capitoli pesantissimi, non tanto per le ben 631 pagine e tabelle, quanto per la concreta conferma che durante l’emergenza socio-economica portata dalla pandemia, si è esteso anche il “virus malavitoso” nel nostro tessuto economico e produttivo.
Un danno strutturale confermato dai molteplici dati DIA e già apertamente esposto nella premessa che apre il Report “…la modernizzazione delle mafie si completa nel reinvestire capitali illeciti in soggetti economici deboli, entrando così di più nel mercato dell’economia legale. Questo è davvero preoccupante e si deve rispondere con le segnalazioni sospette dai territori e anche dalle Associazioni economiche…”. Cioè, anche le Organizzazioni che rappresentano l’imprenditoria, devono inserire una marcia in più nel segnalare l’avvicinamento e l’entrata dei sodalizi malavitosi nella rete delle imprese in difficoltà, portando il contante che invece non arriva dalle banche, favorendo filoni di mercato senza pagare tasse e, sopratutto, portando in forte crescita lo sfruttamento del lavoro nero ed irregolare.
Sfruttamento lavorativo che il Sindacato incontra e contrasta ogni giorno, e che il Report riassume in un numero terrificante “…lavoro nero e sommerso per 3,7 milioni di lavoratori e che lascia senza garanzie né tutele…” !
Il capitolo che inizia a pag. 299 e tratta della grave situazione anche in Emilia Romagna, si apre con questa terribile frase intercettata ad un “consulente” mafioso operante qui da noi: “..sto coronavirus è stato proprio un buon affare..” confermando ciò che si sta pure evidenziando nel numero crescente delle indagini in corso, e che la DIA così traduce “…con la pervasiva presenza dei cutresi e ndranghetisti nel tessuto socio-economico delle province di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Parma ” .
Le presenze mafiose nella nostra regione, hanno assunto sempre più “connotati manageriali” ed indirizzate alla tessitura di reti corruttive per il controllo di appalti e subappalti, ed accentuando il duro fenomeno degli atti intimidatori e minacce ai danni e contro Amministratori pubblici locali e che il Report conferma, per l’Emilia Romagna, essere stati ben 53 nello scorso anno e “tra i più elevati a livello nazionale” .
Una introduzione che sottolinea il crescente peso delle Interdittive Antimafia in regione, particolarmente verso imprese nelle province di Bolona, Reggio Emilia, Modena e Ferrara, specie nei settori edilizia, immobiliare, trasporti e servizi. E’ ben triste il panorama nazionale in merito alle interdittive emesse dalle Prefetture: dopo il Sud con Calabria, Sicilia, Campania e Puglia, si affermano la Lombardia e subito l’Emilia Romagna. Cioè, siamo secondi in tutto il centronord.
Così come ci riguarda la valutazione che conferma “…il profondo radicamento della criminalità calabrese, le cui attività imprenditoriali in buona parte dell’Emilia Romgana fanno crescere il riciclaggio e reinvestimento di risorse illecite” .
E’ nero il nostro quadro regionale sul riciclo illegale che ci vede 4° regione dopo Lombardia, Lazio e Campania, con il dato sconcertante delle 27 segnalazioni di riciclaggio che ogni giorno partono dalle nostre province !
Un capitoletto nuovo, riflette sulle “operazioni finanziarie sospette“, realizzate con bonifici e carte di pagamento truffaldine, superando l’utilizzo del contante. In tutto il Paese sono 304.273 e la nostra Emilia Romagna anche in questa attività del trucco economico, si vede al 5° posto con ben 21.313 operazioni – quasi 120 ogni santo giorno – suddivise, in termini molto preoccupanti – su 8.667 “attinenti alla criminalità organizzata” e le altre 12.646 in “reati spia” (v. allegato).
Un trascorso 2020 che ha portato a provvedimenti giudiziari di sequestri e confische che in Italia raggiungono un patrimonio malavitoso di ben 599,2 milioni di euro. A tale proposito, il Report citando i casi più emblematici, elenca i sequestri avvenuti a Reggio Emilia, Modena, Parma, Bologna…poi un’impresa di Mirandola “ritenuta vicina a clan camorristici e a cosche della ‘ndrangheta” !
Un quadro che evidentemente peggiora e peserà fortemente sulla ripresa, condizionando l’economia legale, le regolarità fiscali e sopratutto il lavoro pulito.
Occorre, sopratutto a livello dei singoli territori, attivare tavoli di lavoro per approfondire questi dati, per alzare barriere preventive e di denuncia più estese, forti ed unitarie fra istituzioni, rappresentanze del lavoro e delle imprese, altrimenti questo virus presto diventerà pandemia.
Franco Zavatti
Cgil Modena e coordinamento legalità
Modena, 27/9/2021
- Relazione completa secondo semestre 2020 (formato pdf)