05 Dic 2019 anac, banche, cgil modena, economia malavitosa, emilia romagna, imprese, interdittiva antimafia, patto per il lavoro, riciclaggio, sospetto riciclaggio,
Emerge dalle attività ispettive dei vari organi preposti dello Stato, un’attività di prevenzione contro l’economia malavitosa, sempre più stringente, preziosa e necessaria, a fronte di una continua ed estesa espansione delle modalità illegali nella gestione delle risorse, del lavoro e contabilità nelle imprese.
Un dannoso e preoccupante crescendo, riconfermato nei più recenti dati – nazionali e regionali – elaborati dai fondamentali Organi dello Stato: dalla UIF che si occupa dell’antiriciclaggio per la Banca d’Italia, alla Guardia di Finanza, alla DIA .
Un quadro grigio e ben dettagliato, approfondito nei giorni scorsi grazie ad un qualificato seminario di approfondimento, organizzato da Cgil e Fisac, sindacato nazionale degli operatori bancari, e con i preziosissimi contributi portati dal Direttore del Dipartimento Nazionale UIF,dal Presidente di SOS Impresa, dal Capo dell’Ufficio Economia e Finanza del Comando Generale di G.d.F. e con le preziose considerazioni di Rosy Bindi, già Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia.
Pesante concretezza ed attualità di una iniziativa legata alla presentazione del prezioso Manuale 2019, predisposto dal sindacato nazionale dei bancari Fisac Cgil, per sostenere ed aggiornare le motivazioni tecniche, normative e giuridiche che “obbligano” gli operatori/impiegati nelle banche, a segnalare i clienti proponenti di sospette operazioni di riciclaggio di fondi monetari irregolari/illegali.
Un Manuale di ben 86 pagine fitte e documentate che verrà diffuso dalla categoria Cgil, fra gli iscritti e per promuovere necessarie iniziative di formazione/aggiornamento sindacale nei territori.
Un’esigenza reale, sentita e vissuta in diretta anche in Emilia Romagna dalle centinaia di dipendenti di banche, ancora poco impegnate a fare formazione, che operano in “prima linea” nella valutazione delle operazioni bancarie sospette; operatori che, come ha detto il Magistrato di Cassazione Raffaele Cantone, “rappresentano una decisiva sentinella di legalità”.
Tradotto in concreto, anche in questi nostri territori, l’84% delle segnalazioni sul sospetto riciclaggio sono eseguite dai lavoratori dipendenti delle banche, nonostante il negativo calo del numero degli sportelli bancari aperti al pubblico nei territori .
Una particolare attenzione viene riproposta sui dati aggiornati Anac-Autorità Anticorruzione, sulle imprese colpite dai provvedimenti di Interdittive antimafia, con il prevalente sospetto dell’uso di risorse illecite.
Un report che, subito in apertura, presenta il Nord Italia col “numero delle aziende interdette quasi quadruplicato”, citando poi la nostra regione Emilia Romagna che ha invece visto, nel quadriennio esaminato,moltiplicare addirittura per 6 il numero delle aziende interdette !
Aggiornate poi allo scorso metà settembre ’19, le interdittive che hanno colpito imprese emiliano-romagnole sono state 234, di cui il 55% coinvolte anche in appalti pubblici.
Ancor più esplicita la tabella mostrata,che riporta la “graduatoria rossa” delle province italiane con il n° delle imprese interdette ogni 100 mila abitanti e che cita, nell’ordine, Reggio Emilia, Ravenna, Ferrara, Bologna e Modena.
Ponendo questa regione al primo posto nel Centro-Nord, e al 4° posto nazionale…ma dopo Calabria,Sicilia e Campania !! ( allegato 1 ).
Dalle Prefetture, i dati provvisori dei primi dieci mesi di quest’anno confermano, purtroppo, la tendenza con tante nostre imprese nel mirino antimafie: l’85% sono del settore edile-immobiliare, poi commercio, agricoltura e servizi.
Da ultimo, ci hanno riproposto i dati rilevati dall’ultimo report semestrale della DIA, che fotografa i “soggetti segnalati per reati sintomatici di criminalità organizzata” in ogni regione.
In Emilia Romagna, accanto al positivo zero per “scambio elettorale e politico con mafie”, si impennano i dati in tabella per estorsione, riciclaggio, impiego di denaro con provenienza illecita, ecc… (allegato 2 ).
Dati concreti che descrivono in modo crudo pezzi reali e facce sommerse della nostra economia ed imprenditoria,che dovrebbero diffondere un più esteso allarme etico e sociale, senza farci ingannare dalla “modernità” di questi gravi crimini che si mostrano col “volto buono” !
Da tempo la Cgil, ma pure l’intero sindacalismo confederale unitario, spinge per ragionare ed agire concretamente per una prevenzione attiva, in ognuno dei nostri territori. Dando sviluppo e coinvolgimento sociale alle buone scelte istituzionali, ottenute nella nostra regione, con buone leggi, Protocolli ed organismi istituzionali preventivi, fino al Patto per il Lavoro ed appalti puliti.
Ci incoraggia ancor più, su questa attività sindacale rivolta alle battaglie legali, ascoltare le riflessioni dei Dirigenti della UIF e DIA, che riconoscono l’impegno del sindacato nella contrattazione territoriale sempre attenta alla regolarità del lavoro, alla legalità fiscale e contributiva,alla crescente trasparenza degli appalti e subappalti pubblici, ma specie quelli privati.
E’ significativo ascoltare queste autorità che pure sollecitano più visibilità nell’attività delle Associazioni imprenditoriali per isolare e contrastare le ditte e professionisti sempre più coinvolti nel malaffare economico.
Ma perché, ci dobbiamo chiedere e senza facili demagogie, nessuna di quelle imprese interdette o condannate per illegalità, è mai stata sospesa e/o espulsa dalle loro Associazioni ?
Franco Zavatti, Cgil Modena-Coordinamento legalità e sicurezza Cgil Emilia Romagna
Modena, 5/12/2019