30 Set 2013 filctem,
Nelle Marche, la crisi non ha risparmiato nessun lavoratore, neppure i tanti immigrati che vi vivono. Solo nel settore delle calzature, abbigliamento, gomma-plastica sono arrivati a quota 11.644. In questo ambito si muove il progetto “Una casa di tutti i colori”, promosso da Inca, Cgil, Filctem e Cgil Marche per la tutela dei diritti degli immigrati, che è stato presentato il 12 settembre, a Porto Recanati, da Morena Piccinini, presidente Inca Cgil nazionale e Emilio Miceli, segretario generale Filctem Cgil.
La scelta di avviare questa sorta di “casa della tutela” a Porto Recanati non è causale. Proprio qui si trova l’”Hotel House”; un palazzo di 16 piani con quasi 1.900 abitanti, tutti stranieri e appartenenti a 56 etnie diverse.
In concreto, il sindacato e il patronato della Cgil, attraverso l’apertura di sportelli, offriranno alle persone straniere la possibilità di usufruire di una serie di servizi di tutela sia in ambito lavorativo che sociale, che vanno dal controllo delle buste paga e dei versamenti previdenziali, alla tutela in caso di infortunio e malattia causati dal lavoro; dall’assistenza e accompagnamento nel disbrigo delle pratiche legate al rilascio e al rinnovo dei titoli di soggiorno. Gli sportelli saranno aperti a Porto Recanati e a Lido 3 Archi di Fermo.
In occasione della presentazione dell’iniziativa, l’istituto di ricerca della Cgil “Ires” ha illustrato i risultati di uno studio sul rapporto tra immigrati e sindacato che ha sviluppato partendo dai dati acquisiti presso gli stessi sportelli dell’Inca.
La crisi economica – dice la ricerca – ha prodotto effetti negativi su vari fronti: sulla riduzione delle giornate di lavoro (per il 24%), sulla riduzione delle retribuzioni (per il 16,9%) e sul peggioramento delle condizioni lavorative (12,9%).
Nonostante i dati sconfortanti – avverte l’Ires -, cresce tra i lavoratori stranieri la fiducia verso il sindacato poiché il 40% lo considera come il soggetto che meglio di altri è in grado di fornire adeguate tutele e quasi il 70% conosce l’attività del Patronato.
E’ questa una delle tante ragioni che hanno indotto il sindacato e il patronato a realizzare il progetto in questa area.
Nelle Marche la popolazione straniera residente al 1° gennaio 2011 rappresenta il 9 per cento del totale. Perciò, si tratta di una realtà significativa che la Cgil e l’Inca intendono tutelare. Le province a maggiore presenza straniera sono Macerata con l’11% e Fermo con il 9,9%; Porto Recanati, con la percentuale è del 21,9% di immigrati, è il terzo Comune in Italia con la più alta presenza di stranieri rispetto al totale dei residenti.
La stessa cittadina si posiziona all’11 posto in Italia nella classifica delle nascite di bambini con genitori immigrati. Per quanto riguarda gli infortuni, nel 2011 su un totale di 23.278 incidenti nelle Marche, 3.992 (17,15%) hanno interessato immigrati.
L’Ires ha anche tracciato un quadro di chi sono e da dove vengono gli stranieri che vivono in questa regione. Hanno mediamente circa 36 anni, oltre il 40% proviene dall’Africa, un terzo delle donne dall’Europa centro orientale; il 34% ha un diploma di scuola dell’obbligo, il 27% è senza titolo di studio; i laureati sono il 10% del totale. Sono, per lo più, persone venute in Italia per trovare un lavoro e circa i due terzi hanno dichiarato di essere occupati.
“Con questa iniziativa – spiega Morena Piccinini, presidente Inca – il nostro patronato conferma la determinazione ad avvicinarsi sempre più verso coloro che hanno bisogno di tutela, senza aspettare che siano loro a cercarci. Crediamo che sia anche questo il modo migliore per contribuire a dare un maggiore impulso verso il processo di integrazione dei popoli, nel rispetto dei loro diritti e delle loro diversità.”