28 Set 2009
Maroni ha attaccato i magistrati, colpevoli, a suo dire, di non applicare la nuove norme sull’immigrazione. Lo ha fatto il 25 settembre, nel corso della festa nazionale del Pdl a Milano: “La legge sulla clandestinità è chiara”, ha detto, “la capisce anche un bambino di sei anni. Non possiamo accettare che i magistrati la interpretino in un modo o nell’altro. Non applicare la legge è un reato. Se non interviene il Csm devono farlo altri giudici. Le leggi le fa il Parlamento e la magistratura deve applicarle”.
Immediata la reazione dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), il cui presidente, Luca Palamara, definisce inaccettabili le parole del ministro e rivendica la libertà di applicare e interpretare la legge secondo la Costituzione.
Maroni ha anche attaccato la Commissione Europea, ma per questo attacco ha scelto l’occasione della seconda conferenza nazionale sull’immigrazione organizzata insieme all’Anci dal suo ministero. Per Maroni, sull’immigrazione la Commissione Europea ha agito poco e male, “lasciando ai singoli Paesi l’onere di gestire per conto loro la questione”, invece di farne un problema di tutta l’Europa.